Giocò anche nella Salernitana: Sedu, primo avvocato di colore a Napoli

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E’ nato in Nigeria e cresciuto in Italia, dove e’ arrivato quando aveva pochi mesi di vita. Ha abbracciato la carriera di calciatore, combattendo contro una ripetuta serie di infortuni: gli esordi promettenti nella Salernitana a soli 13 anni, poi le partite in serie C2, infine il forzato abbandono per i problemi a un ginocchio. Ma Hilarry Sedu non si e’ dato per vinto: si laurea in giurisprudenza, consegue un master in politica migratoria e diritto dell’immigrazione. E da sabato scorso e’ il primo legale di colore eletto, con ben 1205 preferenze, nel Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli.

Hilarry oggi ha 32 anni e da tempo e’ impegnato nel sociale. L’anno scorso entro’ nel comitato Pari opportunita’ dell’Ordine napoletano; e’ finito sotto i riflettori della cronaca per aver rappresentato la paziente straniera ricoperta da formiche mentre era ricoverata e intubata nell’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli. Ha deciso di candidarsi per il Consiglio dell’Ordine, piazzandosi undicesimo su 25 eletti. “Con l’elezione di un avvocato di colore, figlio di immigrati africani – in un tempo di alimentato odio sociale e focolare di discriminazioni che attualmente viviamo in Italia – quale membro del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, questa magnifica citta’, ancora una volta, ci ha insegnato che l’integrazione sociale passa attraverso la cultura ed il rispetto delle diversita’ come elemento costitutivo di qualsiasi democrazia”, ha scritto in un post su Facebook.

 

Hilarry e’ nato in Nigeria, protegge con orgoglio le sue radici ma si sente a tutti gli effetti italiano: ha creato una associazione, Nova Italia, per sostenere il riconoscimento dei diritti civili dei migranti. Dalle battaglie sui campi di pallone a quelle, ben piu’ impegnative, sul versante sociale e della giustizia: “Non sarei riuscito – racconta – a diventare un agonista: mi sono sottoposto a cinque interventi allo stesso ginocchio e poi a un trapianto di cartilagine. La mia vita e’ cambiata, mi sono laureato e mi sono impegnato nel sociale per difendere dei diritti inviolabili”. Sedu e’ un sostenitore dello ‘ius culturae’: “Chi entra in Italia prima dei 14 anni deve diventare italiano se riesce a portare a termine i cicli scolastici”.

Linea dura invece per gli immigrati che non rispettano le regole: “Alcuni bivaccano per 14 ore al giorno perche’ non ci sono obblighi nei centri di accoglienza, come per esempio quello di frequentare corsi linguistici. La colpa pero’ non e’ solo loro: spesso non hanno alcun servizio e quindi diventano prede della criminalita’”.

 

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