Associazione Ambra: ‘Autismo, Asl e scuole ancora inefficienti’

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«La scuola non è pronta ad interfacciarsi con l’autismo e le strutture sanitarie territoriali non sempre riescono a far fronte alle richieste che arrivano dalle famiglie”. Ad affermarlo è Emanuela Crucito, 41enne originaria di Napoli, mamma di una bimba autistica e vicepresidente dell’ associazione “Ambra” (Associazione in movimento per bambini e ragazzi autistici) in una intervista pubblicata sul quotidiano Le Cronache oggi in edicola

L’autismo è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato dalla compromissione dell’interazione sociale e da deficit della comunicazione verbale e non verbale, che provoca, inoltre, ristrettezza d’interessi e comportamenti ripetitivi. I genitori, solitamente, notano i primi segni entro i due anni di vita del bambino, la diagnosi certa spesso può essere fatta entro i trenta mesi di vita e attualmente risultano ancora sconosciute le cause di tale manifestazione. Di recente, si è cominciato a parlare, più correttamente, di disturbi dello spettro autistico. A Salerno, circa 4 anni fa, è nata l’associazione “Ambra” ad opera di un gruppo di genitori di bambini e ragazzi con la sindrome dello spettro autistico.

«Lo scopo dell’associazione è quello di sensibilizzare e divulgare la conoscenza dell’autismo e soprattutto di creare un futuro migliore ai ragazzi. – Spiega Emanuela Crucito – Purtroppo c’è molto da fare, il dopo di noi è ancora lontano, alcune leggi sono state deliberate sull’argomento ma attualmente non è stato fatto ancora nulla.

L’associazione si impegna, inoltre, per riuscire ad offrire percorsi educativi individualizzati attraverso progetti che vengono ritenuti idonei a migliorare le competenze e la qualità di vita dei bambini e ragazzi autistici e per creare una rete informativa per tutti coloro che vogliono saperne di più sull’autismo».

Quanti membri conta la vostra associazione?

«L’associazione comprende una decina di famiglie che hanno bambini e ragazzi con lo spettro autistico o con patologie affini all’autismo».

In cosa consistono i progetti che vengono portarti avanti dall’associazione?

«I progetti che portiamo avanti sono quelli che migliorano le competenze dei bambinie gli facciano vivere nuove esperienze di vita. Un progetto che siamo riusciti a realizzare è stato quello della delfinoterapia in Spagna, dove i ragazzi hanno vissuto l’esperienza sia del viaggio in aereo che quella di nuotare, affiancati da una psicologa, coni delfini. Adesso stiamo portando avanti un progetto di musicoterapia e nei piani c’è la volontà di continuare con questa attività».

Quali sono le difficoltà quotidiane che, una persona affetta da questa di sindrome, deve affrontare?

«Le difficoltà delle persone affette da autismo sono tantissime e sono caratterizzate dalla compromissione qualitativa delle interazioni sociali, della comunicazione e da un repertorio limitato, stereotipato e ripetitivo di interessi e attività. A tutto questo si aggiungono una serie di altri problemi, quali: disturbi del sonno e dell’alimentazione, depressione, ansia, collera, ag gressività, autolesionismo e problemi di attenzione».

Le strutture sanitarie competenti presenti a Salerno, offrono al meglio l’assistenza che vi spetta?

«Le strutture sanitarie sulterritorio sono poche e offrono ben poco alle famiglie con bambini e ragazzi autistici, non riescono a supportare le richieste perché ci sono altre patologie di cui tener conto. Proprio per questo, la maggior parte dei genitori, se non tutti, sono costretti a fare terapie private e a spendere tanti soldi per veder migliorare il proprio figlio. La cosa più straziante è, che arrivati alla maggiore età, questi ragazzi non hanno più nulla e sono completamente a carico dei genitori, come se scomparissero dalla società».

I bambini salernitani affetti da questa sindrome, sono supportarti al meglio nel loro percorso scolastico?

«Per quanto riguarda il percorso scolastico, io sono stata fortunata con mia figlia, ma non posso dire che sia sempre così; purtroppo, a volte, la scuola non è pronta ad interfacciarsi con l’autismo».

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