Site icon Salernonotizie.it

Lite tra ragazzi in Spagna, il salernitano Nicola: «Ero lì ma non c’entro»

Stampa
«Ho visto che litigavano, ho sentito alcune ragazze che urlavano ma io ero lontano. Poi sono arrivati i poliziotti e mi hanno detto di seguirli in caserma per essere sentito. Mi hanno portato in caserma perché ero lì, in quella zona. Eravamo diversi italiani, ma hanno detto solo a quattro di noi di andare solo con loro e ad alcuni locali. È stata come una retata … hanno chiesto a tutti i presenti di salire sul loro mezzo. Ed io non mi sono opposto… Non sapevo cosa fare.

Non avevo mai assistito a tanta violenza. Io non c’entro… Stavo per i fatti miei… E non credevo che le condizioni di quel ragazzo fossero così gravi». A dirlo a Il Mattino Nicola Iannetta, 21 anni, da tre mesi a Cadice per completare gli ultimi esami del suo corso di laurea in Economia aziendale nell’ambito del progetto Erasmus, ha trascorso la nottata tra sabato e domenica in caserma in Spagna. Ne è uscito soltanto ieri pomeriggio intorno alle 17.

Il papà del 21enne salernitano – scrive Le Cronache – ieri mattina è volato in Spagna con la sua famiglia per stare accanto al figlio ed accertarsi che nulla c’entrasse con quanto accaduto davanti la discoteca Momart. Intorno alle 6.30 di sabato, infatti, i giovani sarebbero stati cacciati dai buttafuori a causa della classica discussione per un’occhiata di troppo.

Fuori dal locale, ad avere la peggio è un 30enne di Cadice, colpito con un pugno in faccia dal napoletano Emilio Di Puorto, attualmente in carcere con l’accusa di omicidio colposo. Con lui sono stati fermati, per un interrogatorio in quanto persone informate dei fatti, oltre al 21enne Iannetta, il 25enne napoletano Dario Bordoni, il 22enne brasiliano ma residente a Catania Luca Maicon Viniius Bellavia.

«Nostro figlio è qui per l’Erasmus e stavano divertendosi in discoteca, come può accadere durante le pause dallo studio», ha dichiarato Pascale Iannetta, papà di Nicola giunto in Spagna nella mattinata di ieri, insieme alla moglie. L’uomo, presidente della squadra di baseball in cui gioca il figlio, parla di «episodio spiacevolissimo» con «immagini eloquenti». Nicola e gli altri coinvolti sono stati rilasciati subito dopo aver reso testimonianza, alle forze di polizia spagnole, in quanto estranei ai fatti.

«Lui nel video compare perché il buttafuori che ha girato il video lo ha ripreso – ha spiegato il signor Pascale – lui è stato buttato fuori dalla discoteca perché si era sparsa la voce che certi italiani avevano… ma i fatti sono andati diversamente». Secondo quanto raccontato dai diretti interessati, la persona colpita avrebbe anche precedenti penali. «All’interno della discoteca c’è stato un po’ di parapiglia, come spesso accade, per un’occhiata di troppo. Mio figlio mi ha detto: “Papà ma io non ho mai fatto a botte al liceo”.

Lui è un ragazzo di assoluta bontà. Ad un certo punto li hanno spinti fuori dalla discoteca, invece di sedare la rissa hanno solo filmato quello che poi è rimbalzato sui social – ha spiegato ancora il salernitano – Quella ragazza bionda argentina gridava “aiutateli, aiutateli” per evitare succedesse ciò che è accaduto, ovvero quel calcio».

Il ragazzo pare abbia avuto solo un trauma cranico e la frattura della mascella ma, ha voluto ribadire il papà di Nicola, «non è stato assolutamente picchiato da mio figlio, era lì spettatore. Era stato sbattuto fuori dalla discoteca perché è così che fanno i buttafuori. La cosa che deve essere detta è che i ragazzi, tranne l’esecutore materiale, sono stati rilasciati».

E ancora: «Io so soltanto che mio figlio si è trovato a fare da spettatore in una bruttissima esperienza perché è stato trattenuto qualche ora ma per fortuna è stata solo un’esperienza brutta, da chiudere. Ora, deve solo studiare, deve finire l’ultimo semestre del terzo anno di economia aziendale. E’ un ragazzo pieno di voglia di vivere e di studiare». Secondo quanto riferito dal padre, Nicola era turbato ma ora è sereno.

La famiglia Iannetta vuole poi ringraziare il console italiano a Cadice, figura istituzionale per gli studenti italiani residenti a Cadiz, che si è subito attivato perché ha capito che i ragazzi non c’entravano assolutamente niente e «devo fare un plauso a queste istituzioni perché quando fai queste esperienze internazionali ti rendi conto che le cose poi funzionano anche fuori dal mondo, nel senso che c’è qualcosa che funziona e questo lo dico da genitore perché queste sono cose che possono colpire la psiche di un ragazzo che si sta formando». E poi un pensiero al giovane colpito dal pugno in faccia: «Speriamo che il ragazzo che pare sia fuori pericolo nonostante il danno avuto e di questo ringraziamo Iddio». A difendere i giovani coinvolti l’avvocato Carlos Sain Galvan, legale privato

Exit mobile version