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Italia- Germania 4-3: cosa accadde a Salerno (di A. Gravagnuolo)

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Era lì 17 /6/1970 semifinale del mondiale di calcio stadio Azteca di Città’ del Messico. Serata calda, tutti a casa solo qualche bar aveva il televisore acceso per esempio il Bar Umberto. La stranezza e’ nell ‘ orario, fischio di inizio mezzanotte pertanto i locali pubblici erano chiusi, ecco era un’altra Salerno.

Nessuna bancarella di gadget, avevamo superato il primo turno con tre partite senza entusiasmo e avevamo battuto i padroni di casa nei quarti.

Alle due di notte incominciano i supplementari più incredibili della storia. Il ” calcio” ha le sue regole che noi scienziati del calcio non conosciamo. Nessun italiano sul 2-1 per i ” panzer ” avrebbe scommesso per l’Italia.

All’improvviso si moltiplicano le luci accese nelle case nell’assordante silenzio notturno si odono urla di disperazione poi di gioia ad intervalli regolari.

La partita finisce, dai portoni delle case escono onde umane urlanti, tutto e’ spontaneo senza bandiere, senza simboli, tutti corrono alle macchine e’ il clacson lo ” sfogo” per tutto e per tutti.

Cortei su cortei, tutti si abbracciano e davanti al centro storico gli uomini anziani in pigiama sui marciapiedi applaudono compiaciuti.

Tutti i bar sono chiusi ma davanti al bar Nettuno si improvvisano balli che vanno avanti fino all’ alba. Se si alza la testa i balconi sono pieni di gente e scorre champagne.

In quel tempo erano di moda le macchine scoperte, le più gettonate erano la Meari , la Siata e il duetto e tutte con decine di persone a bordo.

Un signore anziano disse” tanta gente in strada non la vedevo dall’ epoca fascista” . La potenza del pallone, la spontaneità’ del nostro popolo per una festa non preparata.

Adolfo Gravagnuolo

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