Il pianco complessivo di stanziamenti vale circa 30 miliardi di cui una parte di copertura arriverebbe eliminando gli assegni familiari oggi esistenti (6 miliardi), 12 dalle detrazioni e altri 2 miliardi dal taglio di bonus vari (bonus bebè, rette asili nido, fondo di sostegno natalità). All’appello mancano, però, circa 10 miliardi, e non sono “bruscolini”.
Numerose le ipotesi al vaglio del Mef. La prima idea è quella di far assorbire gli 80 euro del bonus Renzi nei 240 euro, recuperando circa 3,2 miliardi di euro. Altri 2 miliardi di euro arriverebbero, invece, dal Reddito di cittadinanza “sottraendo” i 240 euro ai 780 previsti dal RdC. Altro punto su cui è possibile trovare le coperture viene da Quota 100.
L’intervento modificherebbe completamente l’ipostazione della misura voluta dalla Lega e da Matteo Salvini. L’idea consiste nel trasformare la misura sperimentale in una sorta di Ape sociale che consentirebbe (con l’aggiunta di 3 miliardi) a tutti i disoccupati, lavoratori usuranti e a chi si prende cura dei propri parenti non autosufficienti, di andare in pensione a 62 anni con 30 anni di contributi e non 38, trasformando Quota 100 in Quota 92. Da questa modifica che si libererebbero altri 5 miliardi.
Quindi, facendo i calcoli, 3 miliardi dal bonus Renzi, 2 miliardi dal RdC e 5 miliardi da Quota 100 fa 10 miliardi, quelli mancanti al bonus figli.
Fonte IlGiornale.it
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