“Il M5S non esiste più, è morto!” Si dimette sindaca pentastellata di Imola

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Il M5S non esiste più. Il M5S è morto», ha detto la sindaca pentastellata di Imola Manuela Sangiorgi prima di formalizzare in consiglio comunale le proprie dimissioni dopo poco più di un anno di governo della città. «M5S è morto quando è morto Gianroberto Casaleggio – ha spiegato Sangiorgi in un’intervista all’emittente È-Tv – Abbiamo visto appropriarsi di ruoli apicali da parte di persone senza arte né parte, perdere sei milioni di voti in un anno e fare finta di niente».

«Io mi aspettavo un appoggio dal M5s nazionale, mi aspettavo fosse un salotto dei big, perché siamo il terzo comune più grande amministrato dal movimento. Poi, quando sono andata a chiedere aiuto su questioni importanti, ho avuto risposte imbarazzanti», ha proseguito la Sangiorgi. «C’è stato un muro – ha detto – e in buona parte ha contribuito Massimo Bugani. Io per 15 mesi sono stato un sindaco commissariato, quando venivo in Comune era come entrare nella foresta dei pugnali volanti. Alcuni del M5s pensano che governare un Comune sia come governare un comitato: da una parte il M5s ha suscitato voglia di mettersi in gioco, ma dall’altra non è vero che tutti possono fare politica, non c’è contezza della macchina amministrativa». La Sangiorgi è critica però anche sulle scelte politiche che il Movimento ha fatto a livello nazionale. «Fino al giorno prima – ha aggiunto – abbiamo detto di tutto al Pd, e poi ci andiamo al governo insieme? Poi abbiamo visto che bel progetto, il progetto di governo delle tasse».

«Prendo atto – ha detto Sangiorgi in una breve comunicazione dopo la formalizzazione delle dimissioni  – che non ci sono più le condizioni per portare avanti il lavoro svolto». Come prevede la legge, le dimissioni diventeranno efficaci e irrevocabili fra venti giorni, quindi il consiglio comunale sarà sciolto e nominato un commissario che guiderà Imola a nuove elezioni. Dopo la riconquista da parte del Pd di Livorno, Imola, come ha ricordato anche la sindaca, era diventata la terza città a cinque stelle, dopo Roma e Torino. La Sangiorgi, nel suo intervento, ha ricordato i punti che l’hanno portata a questa decisione: le divisioni nella maggioranza, una spaccatura con i vertici del M5s e anche una non condivisione della scelta di formare un governo con il Pd.

Fonte Il Gazzettino

 

4 Commenti

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  • Toh, ma guarda, il partito dei ciucci presuntuosi e dei falliti ha fallito per ciucciaggine e presunzione. Ancora una volta.

    Ad maiora.

  • la sindaca ha detto cose sagge, esempio aver affidato la gestione ed le decisioni del movimento ad un ambiziosetto incapace ed arrogante, ma non credo che sia stato un errore ad allearsi col pd; perchè non dice che soluzione avrebbe preso lei? forse preferiva governare con salvini? il movimento sarebbe andato sotto il 4%, ed alle prossime elezioni non avrebbe raggiunto il quorum.
    l’errore è stato allearsi in umbria col pd, dovevano presentarsi autonomamente, avere più tempo per programmare l’alleanza elettorale e presentarsi alle prossime consultazioni regionali.
    Di maio invece di dimettersi trova alibi inutili, ha distrutto il movimento da quando ha fatto l’alleanza con salvini, non col pd. Fico è l’unico in grado di programmare la rinascita del 5 stelle, di battista, di maio, paragone, toninelli vadano in esilio.

  • la sindaca ha detto cose sagge, esempio aver affidato la gestione e le decisioni del movimento ad un ambiziosetto incapace ed arrogante, ma non credo che sia stato un errore allearsi col pd; perchè non dice che soluzione avrebbe preso lei? forse preferiva governare con salvini? il movimento sarebbe andato sotto il 4%, ed alle prossime elezioni non avrebbe raggiunto il quorum.
    l’errore è stato allearsi in umbria col pd, dovevano presentarsi autonomamente, avere più tempo per programmare l’alleanza elettorale e presentarsi insieme alle prossime consultazioni regionali.
    Di maio invece di dimettersi trova alibi inutili, ha distrutto il movimento da quando ha fatto l’alleanza con salvini, non col pd.
    Fico è l’unico in grado di programmare la rinascita del 5 stelle; di battista, di maio, paragone, toninelli vadano in esilio.

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