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Usa, Cina, Africa ed euro. Il mondo nel 2050 visto dall’economista Sapelli

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Trent’anni sono tanti quando il mondo corre alla velocità della luce. Per questo è impossibile aspettarsi un mondo uguale a questo nel 2050. Per chi ci sarà, molte cose saranno cambiate. Non tutto, sia chiaro, ma certi equilibri saranno stati stravolti e le piccole o grandi rivoluzioni iniziate in questi anni saranno per lo più completate.

Al Senato, la Fondazione Eni-Enrico Mattei (Feem) ha festeggiato i 30 anni di attività. Nella sala Koch di Palazzo Madama si sono riuniti per un pomeriggio manager ed economisti, con l’obiettivo dichiarato di tracciare una mappa del pianeta che sarà, nel 2050, dal punto di vista dell’energia, della geopolitica e naturalmente dell’economia.

Tra i partecipanti, oltre alla padrona di casa Maria Elisabetta Alberti Casellati,  Emma Marcegaglia, presidente Eni e Feem, Claudio Descalzi, amministratore delegato Eni, Domenico Siniscalco, managing director Morgan Stanley e presidente Comitato Scientifico Feem, Enzo Risso, direttore scientifico Swg, Giulio Sapelli, economista e Riccardo Sabatini, chief data scientist Orionis Biosciences. E proprio Sapelli ha fornito a Formiche.net un assaggio dei lavori, spingendosi un po’ oltre.

Sapelli, che mondo sarà quello del 2050?

Un mondo molto diverso da questo, a cominciare dall’energia, anche se le trasformazioni non saranno così numerose come qualcuno crede. Tanto per cominciare nel 2050 avrà avuto il suo compimento o quasi la transizione energetica. Scopriremo di avere bisogno di tutte le forme di energia alternative al carbone. Non ne dimenticheremo nessuna. Avremo gas e petrolio ancora, ma sole e vento avranno trovato le loro tecnologie più adatte. E forse ce l’avremo anche per l’idrogeno. Questo è il primo vero grande cambiamento.

Dunque ce ne è un secondo…

Sì, che è più un problema in realtà: l’acqua. La transizione energetica, le nuove tecnologie e persino l’Intelligenza Artificiale, che sarà un’altra grande conquista, tutto questo richiederà acqua per il raffreddamento dei processi, diminuendone le disponibilità. Il che comporterà anche delle conseguenze geopolitiche, frutto del bisogno di controllare le risorse idriche rimaste. Ci sarà insomma un problema di materia prima, quella più importante appunto.

Parliamo di economia. Terra, anno 2050, prima economia sempre gli Usa?

Assolutamente, saranno sempre loro il perno dell’economia mondiale. Mentre la Cina difficilmente sarà la seconda economia del globo. Se la Germania e la Francia la smetteranno di prendersi a botte e cercheranno forme di aggregazione con l’Europa dell’Est, allora l’Europa potrà diventare la seconda economia del mondo. Francamente credo sia molto più probabile invece che tra 30-50 anni sia l’India a superare la Cina.

Addirittura?

Sì, e parlo anche in termini di Pil. Mi sembra difficile che un Paese comunista riesca a uscire dalle trappole dell’autoritarismo. Che non crea mai le condizioni per lo sviluppo capitalistico.

E la Russia?

La Russia continuerà a mantenere sempre il suo ruolo egemonico, geopolitico. Ma pagherà l’assenza di una base economica, anche se dotata di una possente macchina militare.

Sapelli, più volte in questi anni abbiamo visto l’Euro e l’Europa vacillare. Ci dobbiamo aspettare altre crisi della moneta nei prossimi anni?

Ci dobbiamo aspettare tutte le crisi che verranno dal conflitto tra Francia e Germania. Fin quando la Germania non troverà un equilibrio economico e un giusto peso geopolitico, una crisi dell’euro sarà sempre dietro l’angolo. Aggiungo che Berlino dovrebbe dotarsi di un esercito, attraverso un allargamento della Nato, alla quale suggerirei di ampliare le proprie forze con quelle di Italia, Francia e appunto Germania. Queste sarebbero le basi per un esercito europeo sotto il cappello della Nato.

Non ci stiamo dimenticando l’Africa?

Chi nel 2050 controllerà l’Africa controllerà il mondo e chi controllerà il Congo o la Nigeria controllerà l’Africa. La vera partita però sarà capire chi si impadronirà dell’Africa. Se la Cina, l’Europa o gli africani stessi. Questi ultimi potrebbero farlo attraverso la borghesia africana, che in Nigeria è già nata. Se si sviluppano il Congo e la Nigeria, l’Africa potrà finalmente essere degli africani, acquisendo lo status di nuovo centro del potere mondiale.

Chiudiamo sulla vicenda Mes. La ristrutturazione del debito sembra non esserci tra le condizioni di accesso agli aiuti. Faccio notare però che i tre organismi ai quali è affidata la sua riforma sono a guida franco-tedesca….in ogni caso un problema per l’Italia?

L’Italia può stare tranquilla se riesce a mantenere un rapporto buono con la Germania che è la principale economia europea e con la Francia che invece ne è la principale diplomazia. Se riuscirà a fare questo potrà contrastare passo dopo passo la loro egemonia.

Fonte https://formiche.net/

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