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Ass. ‘Io Salerno’: Le Luci, una doverosa risposta

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“Prima di scrivere dovete mettere in fila i pensieri. Dovete fare una ‘scaletta’. Fu Suor Angelica a darci una guida per i compitini, anche se a stento riuscivamo a mettere in fila il soggetto, il verbo e il complemento. Dopo, però, quella indicazione è diventata una regola per la vita.

Così, la scorsa settimana abbiamo elaborato una ‘scaletta’ per calcolare i possibili flussi di visitatori richiamati da Luci d’Artista. E, mettendo in fila pensieri e parametri, per l’edizione del 2018 siamo arrivati al totale di 670.000 persone, di cui 50.000 ‘certi’ (fonte: EPT), come ‘turisti veri’, e 620.000 ‘incerti’, come ‘escursionisti’. Un poco di più o un poco di meno.

Forse non siamo andati lontani dal vero. Perché, per le due settimane iniziali, avevamo ipotizzato 400+400 autobus e nell’ultimo fine settimana ne sono arrivati 311, come dichiarato da Salerno Mobilità che, però, non ha fornito i dati precedenti. Pur raddoppiandoli, sarebbero circa 600. Siamo stati più ottimisti. Seguiremo per la terza settimana, della Immacolata, per la quale ne abbiamo previsti 900.

Quella ‘scaletta’ era priva di contenuti economici, non di immediato interesse. Però, considerato che il costo per le installazioni e servizi accessori può mediamente stimarsi tra i 3 e i 3,5milioni/anno (fonti: la Città+altre), non possiamo nascondere che ci appare difficile parlare di ‘congruità’ della spesa nel lungo periodo, se i numeri calcolati fossero confermati.

Per spiegarci, andiamo 900 Km più a nord. I Mercatini di Bolzano, incentrati sulla storia e sulle tradizioni locali, nel periodo 28/11-06/01 attirano oltre 500.000 visitatori, di cui l’80% da fuori Provincia con pernottamenti medi di 2,8gg. per il 60% (fonte: sito ufficiale mercatini 2018). In pratica, a Bolzano, arrivano almeno 250.000 persone da molto lontano. Da noi circa 50.000. Eppure, lì ci sono solo folklore, arte e gusto.

Ci sono pure le luci, ma sembra che la spesa non superi i 160.000 euro (salvo errore). Cioè, costi enormemente inferiori ai nostri con effetti molto simili, in termini assoluti, e anche migliori, in termini relativi.

In realtà, dopo i primi anni esaltanti, sembra che Luci d’Artista abbia perso ‘slancio’. Gli economisti rassicurano dicendo che, dopo 13 anni, una certa ‘stanchezza’ è naturale per un prodotto che ha raggiunto la ‘maturità’ del suo ciclo di vita.

Ma dicono pure che, in assenza di correttivi, si avvia una fase di declino con una velocità tanto più elevata quanto maggiore è la concorrenza di eventi più ‘nuovi’ e più ‘freschi’. E sappiamo tutti che, in Italia, Luci più o meno d’Artista sono dappertutto. Anche vicinissimo.

Per questo, premesso che la manifestazione resta una buona idea per dare visibilità e vitalità alla Città, la scorsa settimana abbiamo ritenuto di proporne il possibile aggiornamento per attribuirle una funzione del tutto diversa: da mostra di luci attraverso la Città a mostra della Città attraverso le Luci con la finalità di esaltarne l’anima vera e i peculiari caratteri identitari. Bolzano, lo ha fatto da sempre.

Perché, se vogliamo proprio parlare chiaro, non si può disconoscere che la chilometrica installazione non ‘propone’ nulla della Città, è di scarsa efficacia e, ancora, genera un effetto ‘divisivo’ tra le aree ‘privilegiate’ e quelle, anche a pochi metri, nelle quali impera il buio e l’abbandono. Un esempio? Provate a camminare, di sera, per via S. Benedetto, via Velia-via Fieravecchia, con gli Archi, via Arce, piazza PortaRotese. E non parliamo della zona orientale.

Quest’anno, poi, è stata ‘ri-ripropota’ una buona parte dei vecchi quadri luminosi e, per quanto si è sentito, non ci saranno le bancarelle di Natale sulle quale, comunque, in passato erano offerti gli arancini e i cannoli siciliani, i torroni piemontesi, i liquori calabresi, i prosciutti e i formaggi. Salumerie, non mercatini.

Alcuni cortesi lettori ci hanno chiesto di chiarire il nostro pensiero e una gentile lettrice ha osservato che parliamo senza dire. Cioè, non facciamo proposte concrete. Ci permettiamo dissentire, sia ricordando il contenuto di ‘Ti piace il Presepe?’ pubblicato nel Novembre 2017, sia appellandoci alle oltre 80 ‘idee per la Città’ che abbiamo esposto negli ultimi due anni. Basta accedere alla pagina Fb, o al sito internet.

In ogni caso, poiché il rispetto delle opinioni fa parte del nostro dna, non vogliamo lasciare alcun dubbio. E, quindi, abbiamo ritenuto doveroso formulare una risposta. Con una premessa.

La gentile lettrice ha affermato che a Salerno “…vengono perché è bella e a misura d’uomo”. I dati degli arrivi non sembrano concordare: 190.496 ‘turisti veri’, nel 2018, non sono tanti. E, poi, a fronte di 1.329.330 posti letto disponibili in quell’anno (fonte: Istat turismo), ci sono stati solo 470.303 pernottamenti (fonte: EPT).  Il 35%. Non si può gioire.

All’opposto, i visitatori via mare verso le Costiere, dal Masuccio e dal Manfredi, sono stati 582.452 corrispondenti, con i ritorni, ad almeno 900.000 passaggi. Sono visitatori per i quali Salerno è stata solo la Città più comoda per prendere il treno o l’auto (fonte: Autorità Portuale 2018).

Ci sarebbe da riflettere, quindi. E noi lo facciamo. Perché amiamo questa Città e, per questo, non ci nascondiamo la verità. Chi lo fa, non l’ama. La tradisce. E non aiuta a migliorarla.

Sulle Luci, abbiamo già detto che l’impostazione ‘senza anima’ dovrebbe essere sostituita da un ‘progetto di ospitalità’ che sia espressione ‘distintiva’ della Città e ne esalti le qualità culturale e sociale. Cosa significa? Lo spieghiamo mettendo in fila i pensieri, come ci insegnava la maestra.

Se le Luci servono a stimolare l’economia, allora debbono accrescere la quota di arrivi di ‘turisti veri’, quelli che chiedono servizi a pagamento e apportano denaro. Per questo, non è necessario allungare i tempi. Basta partire ai primi di Dicembre e finire subito dopo l’Epifania.

E non sono necessari, poi, costosi chilometri di inutili festoni. Deve essere illuminata la nostra storia, a cominciare dal Castello, dagli Archi medioevali (oggi negletti) e dal forte la Carnale (era una torre cavallaria, perché non la chiamiamo la ‘cavallerizza?’), con contorni o fasci di luci. Realizziamo un albero luminoso o una stella lungo il ‘Bonadies’ o sul ‘Bellaria’, come a Gubbio, e ‘accendiamo’ l’Olivieri, fino a Vietri, perché possa divenire un percorso turistico di grande forza emotiva.

In Centro, mettiamo ‘in luce’ gli spiazzi d’arte, le chiese, i monumenti, le testimonianze storiche e creiamo l’area protetta del ‘Quadrilatero del Duomo’. Realizziamo, nella parte antica, una ‘via lucis’ adornando scalette, viuzze e slarghi partendo da piazza Conforti per proseguire, lungo via Tasso, fino a via de Renzi. Apriamo le botteghe e insediamo, anche temporaneamente, le attività del ‘nostro’ folklore, delle ‘nostre’ produzioni artistiche della ceramica, del legno, del ferro, del vetro. E le erbe officinali?

Realizziamo un circuito dei Presepi Monumentali, non per richiamo religioso ma perché vera attrazione per chi va alla ricerca dell’arte e della tradizione natalizia.

Nei quartieri, organizziamo percorsi di luce che siano da guida verso un luogo o una piazza da addobbare a tema e dove collocare mercatini di Natale. Tutti diversi, per alimentare lo ‘scambio’ di visite. Coinvolgiamo i residenti, perché siano partecipi e responsabili, con un concorso per il rione con la migliore installazione natalizia, per quello più pulito o con la strada più fiorita. Rendiamo scintillanti le terrazze collinari, perché anche essi hanno eguale diritto alla festa.

Posizioniamo le “casette” a gruppi, nelle piazze e lungo i “percorsi delle luci”, per proporre i ‘veri mercatini del Natale’ dove trovare addobbi, luci, pastori, festoni, dolciumi, artigianato, articoli da regalo.

Non abbiamo altro spazio, ma ci sarebbe ancora di dire. A cominciare dalle spiagge per arrivare alla mobilità, ai parcheggi, ai divieti, ai permessi e alle iniziative collaterali, culturali e sportive.

Così, ci fermiamo qui, sperando di aver almeno dimostrato alla gentile lettrice, e altri amici, che le nostre parole erano sostenute da idee. Forse semplici o ingenue ma, riteniamo, più vicine al vero spirito del Natale che, al di là del richiamo religioso, alimenta un bisogno di gioia, di serenità, di semplicità.

Certo, solo alcune sono immediatamente realizzabili. Per altre, è evidente che la Città non è pronta ed è necessario prima riqualificare e recuperare le tante ‘ricchezze’ che abbiamo abbandonato. E, soprattutto, ricostruire nella Comunità il senso dell’appartenenza, della partecipazione, della condivisione, del rispetto, della responsabilità.

In tal senso, siamo convinti che il coinvolgimento diretto dei cittadini in un progetto del tutto nuovo per le Luci d’Artista possa essere l’occasione per dare vita a una Comunità nuova, diversa, orgogliosa delle sue identità storica, culturale e ambientale, e pronta a offrire le sue specificità con fierezza e dignità. Non solo durante il periodo delle Luci, ma per tutto l’anno.

E, allora, facciamo una ‘scaletta’. Quella che abbia per obiettivo una Città della cultura, dell’arte, dell’amore. Non un ‘parco giochi’.

Questa Città ha bisogno di amore.

e.mail: associazione.iosalerno@gmail.com

pagina fb: Associazione io Salerno

 

P.S.: con questa riflessione, sospendiamo l’appuntamento settimanale. Riprenderemo dopo l’Epifania.

Auguri, a tutti. Il Natale, per chi crede, e la festa del Nuovo Sole, per chi non crede, possano costituire l’inizio di una vita nuova di pace, salute e benessere.

Lo auguriamo anche alla Città. Ovviamente.

Arrivederci

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