A Eboli detenuti e figli in campo insieme per “La partita con papà”

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Tutti i bambini sono uguali, anche i 100mila bambini che hanno la mamma o il papà in carcere e per questo vengono emarginati e stigmatizzati. Ciò significa anche che ci sono 100mila figli che, a causa del distacco dovuto alla detenzione, corrono un alto rischio di interrompere il legame affettivo con il proprio genitore, fondamentale strumento di protezione e prevenzione per contrastare fenomeni di abbandono scolastico, disoccupazione, disagio sociale, illegalità e detenzione.

Si stima infatti che, senza un’adeguata tutela della relazione con il genitore, il 30% dei figli di detenuti sia a rischio di diventare detenuto a sua volta (Federazione dei Relais Enfants Parents, Parigi).

Bambinisenzasbarre Onlus si impegna dal 2002 per tutelare il diritto di questi bambini, sancito nella Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, al mantenimento del rapporto con il genitore detenuto, affermando allo stesso tempo il diritto-dovere di quest’ultimo a esercitare il suo ruolo.

Per questo ha creato gli Spazi Gialli, luoghi di accoglienza, ascolto, interazione ed attenzione dove ogni giorno accoglie 10mila bambini che entrano in carcere per incontrare la mamma o il papà. Gli istituti penitenziari in cui è presente sono, per ora, in Lombardia, Piemonte, Toscana, Liguria, Campania, Puglia e Sicilia.

Per costruire nuovi Spazi Gialli e raggiungere così i 90mila bambini che ancora li stanno aspettando, Bambinisenzasbarre lancia la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi “Loro non hanno colpe”, attiva fino al 28 dicembre 2019 con numero solidale 45594.

Lo Spazio Giallo è un sistema di accoglienza pensato per i bambini che entrano in carcere per trascorrere del tempo con il genitore detenuto, un luogo fisico destinato all’attesa dell’incontro insieme a operatori formati che accompagnano i bambini e le famiglie nell’esperienza della detenzione.

L’ingresso in un penitenziario, luogo estraneo e perturbante, può essere un’esperienza traumatica per i bambini se non viene resa comprensibile con l’aiuto degli adulti di riferimento (familiari, insegnanti, ecc.), che invece tendono spesso a costruire dei tabù a causa del pregiudizio sociale e del rischio di emarginazione sociale (a scuola, nel quartiere, nello sport).

I bambini, attraverso strumenti di comunicazione non verbale come il gioco e il disegno, e i genitori, attraverso i “gruppi di parola”, vengono aiutati a esprimere le emozioni e le preoccupazioni legate al complesso periodo di vita che stanno attraversando; a condividere il momento con altre famiglie nella stessa situazione; ad affrontare con maggiori strumenti di consapevolezza il tempo complesso della detenzione.

A supporto della campagna, inoltre, nel mese di dicembre Bambinisenzasbarre organizza la quinta edizione di La partita con papà, in collaborazione con il Ministero di Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria. In 68 carceri italiane, da Belluno a Palermo, i detenuti potranno giocare una partita a calcio con i loro figli: grazie all’iniziativa padri, madri e figli potranno quindi condividere un momento di normalità e vicinanza nonostante la detenzione.

L’evento coinvolgerà 2800 bambini e 1700 genitori, insieme agli agenti della polizia penitenziaria e agli educatori, e rappresenterà una preziosa occasione per sensibilizzare le istituzioni, i media e tutta la cittadinanza sul tema dei diritti dei figli dei carcerati e sulla lotta all’emarginazione e allo stigma a cui sono soggetti. La partita si svolgerà anche nel carcere di Eboli (Salerno) venerdì 13 dicembre.

Gli Spazi Gialli e “La partita con papà” si inseriscono nel “Sistema Giallo”, l’intervento olistico che declina il “carcere alla prova dei bambini” e che ha trovato la sua formalizzazione nella Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti. La Carta, unica in Europa, applicata nelle carceri italiane, firmata il 21 marzo 2014 – rinnovata nel 2016 e 2018 – dai Ministri della Giustizia, dall’Autorità garante dell’Infanzia e dell’adolescenza e da Bambinisenzasbarre, è stata accolta come riferimento guida per la Raccomandazione dei 47 Paesi del Consiglio d’Europa nell’aprile del 2018.

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