
La bimba è stata vittima, con ogni probabilità, della cosiddetta morte in culla: la mamma, una donna nigeriana che risiede in via Maffei a Sondrio, si è accorta che la figlioletta non respirava normalmente ed è scesa in strada per chiedere aiuto. In ospedale, i medici hanno poi detto a lei e al padre che non c’era più nulla da fare: la reazione di entrambi, soprattutto della mamma, è stata struggente, con urla di disperazione di una madre che si rende conto di aver perso una figlia piccola.
Ma le sue urla, evidentemente, devono aver urtato qualcuno: i presenti infatti avrebbero iniziato a infastidirsi per le urla della signora, urla scomposte quanto tragiche. «Non può essere così grave, fanno un figlio all’anno, perdere un figlio per loro non è come per noi», le parole di alcuni presenti. E ancora: «Quelle urla saranno un rito tribale o satanico». E infine, per completare l’orrore: «Mettetela a tacere, quella sci***a».
Un vero e proprio esempio non di episodio razzista, ma della mentalità razzista che si insinua ormai sempre di più nelle menti della gente comune: in questo caso di chi si trovava in fila al Pronto soccorso, in attesa di essere visitato o medicato, e che non ha provato alcuna empatia per la povera mamma e per la bambina morta in circostanze tragiche e inaspettate. Sarebbe stato lo stesso, si chiede SondrioToday, se a morire fosse stata la bambina di una madre italiana?
Fonte: IlMattino.it
LA PRECISAZIONE. Sta facendo ancora discutere quanto accaduto sabato in Pronto soccorso a Sondrio, dove una bambina di cinque mesi è morta e sua madre, una ragazza nigeriana, sarebbe stata ripresa dai pazienti in fila all’ospedale per le “fastidiose” urla di disperazione. La direzione sanitaria dell’ospedale sta preparando un esposto in Procura su quanto accaduto lo scorso 14 dicembre, secondo quanto ha appreso l’agenzia Adnkronos: una decisione presa dopo aver parlato con lo staff sanitario. Lo scrive Leggo.it
Secondo lo staff infatti non ci sarebbe stata alcuna situazione anomala in sala d’attesa: anche i Carabinieri, sempre all’Adnkronos, confermano questa versione, sottolineando come nella zona in cui sostava la giovane mamma africana fossero presenti solo lei, il marito, una parente, i medici e i carabinieri.
Nessun commento e nessun insulto razzista dunque, assicurano i militari e lo staff dell’ospedale: al comando dei carabinieri non è stata peraltro presentata alcuna denuncia per episodi di razzismo. Sempre secondo quanto affermano i carabinieri, presenti sul posto, nessuno ha gridato frasi razziste all’indirizzo della donna e la donna non può aver reagito a questi insulti perchè non c’è stata interazione tra chi aspettava di essere curato e lei.
la notizia è stata smentita dopo neanche 24 ore dall’ospedale e dai carabinieri (fonte adnkronos), ma quando si tratta di accusare gli italiani non si pensa mai di verificare le notizie, né di pubblicare rettifiche. oltretutto l’unica “fonte” era una consigliera comunale piddina e attivista delle sardine, quindi l’odore di bufala si sentiva da lontano.