Luca resta zitto, dinanzi ai familiari e agli amici. Ma il fratellino parla per lui. E scrive a Babbo Natale con la scrittura incerta di chi ha appena imparato le lettere in stampatello. Francesco scrive a Babbo Natale chiedendogli un regalino per Luca, il dono giusto, che senz’altro Babbo Natale saprà individuare, «visto che noi non sappiamo che regalino vuole perché è autistico».
Piccola grande storia di un amore che non si arrende. Un bambino tenero che si prende cura del fratellino malato. Francesco che scrive per Luca quello che Luca non può, e forse neppure sa. Non chiede per sé, Francesco, ma per il fratello. Per condividere con lui la magia del momento più atteso dai bambini, Natale.
Quando i pacchi sotto l’albero esaudiscono desideri infantili. E il desiderio di Francesco è tutto per Luca. «Caro Babbo Natale puoi portare un regalino a mio fratello Luca», scrive il piccolo sul foglio del suo quaderno a righe.
Ed è tale l’ansia della richiesta che neppure riesce a centrare la pagina, le sue parole tendono al margine del foglio, raccontano l’incontenibile esuberanza di un piccolo che ha trovato la soluzione: pensaci tu, Babbo Natale, «visto che noi non sappiamo che regalino vuole». Raccontano la generosità di Francesco che quando scrive il nome di Luca traccia lettere più grandi di quelle delle altre parole, addirittura più grandi di quelle che compongono la parola Babbo.
«Fino a quando ci sarà un bambino di tale sensibilità e generosità, fino a quando ci sarà un piccolo che si preoccupa con tanta cura del fratellino malato, c’è una speranza», commenta Toni Nocchetti, il presidente della Onlus Tuttiascuola che si batte per i diritti dei disabili a scuola e non solo.
E la speranza di cui Nocchetti parla è che anche gli adulti — gli amministratori, i politici, i legislatori — si facciano carico del destino dei bambini più fragili. E allora Babbo Natale merita di più di un semplice saluto in calce alla letterina: «Grazie Babbo — scrive Francesco — ti voglio non bene, ma benissimo». E firma con il suo nome, certo, ma aggiungendo «per Luca».
Fonte Repubblica.it
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