Rivede nonno defunto su Google Maps e si commuove: «Non l’avevo salutato»

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«The most beautiful thoughts are always beside the darkest…»: i pensieri più belli sono sempre accanto a quelli più bui. La “bio” del profilo Twitter di Leslie Yajaira, giovane americana di Charlotte (Carolina del Nord), si è rivelata profetica. La sua inaspettata commozione nello scoprire su Google Maps un’immagine del nonno, scomparso qualche anno fa, sta facendo il giro del web. Perché martedì su Street View, la funzionalità che permette di “viaggiare” nelle strade di tutto il mondo, lei era entrata per pura curiosità. Cercava semplicemente di rivedere, dopo tanto tempo, la vecchia casa dell’uomo.

E proprio lì, accanto all’uscio, c’era lui: seduto all’ombra a gambe incrociate, cappello in testa e bastone in mano, a ripararsi dalla calura estiva. La fotografia della Google Car risale infatti ad agosto 2014. Leslie negli Stati Uniti, il nonno nel cuore del Messico, a Labor de Guadalupe. Oltre 2.500 chilometri a separarli.

«È morto alcuni anni fa – ha scritto la ragazza in un tweet –. Non siamo riusciti a salutarlo. Ieri abbiamo scoperto che Google Maps ha guidato nella sua fattoria ed eravamo curiosi di attraversarla: lì dove la strada finisce c’era mio nonno, seduto lì». Uno stupore subito condiviso sui social. Difficile però che la giovane si aspettasse qualcosa come 440 mila like, 60 mila condivisioni e oltre 900 commenti.

I più frequenti? Quelli delle dozzine di utenti che hanno raccontato di aver vissuto la stessa identica esperienza, con parenti o animali domestici. Una ragazza ha addirittura detto di aver scoperto un’immagine del padre, morto quattro anni fa, proprio dopo aver letto il post. Perché Street View ferma il tempo: una volta scattate, le immagini restano disponibili anche dopo essere state aggiornate.

Google Maps, in effetti, è un’autentica miniera d’oro. Da un vastissimo campionario di bizzarrie ad aspetti decisamente più seri, come nel caso del nonno di Leslie. O di William Moldt, quarantenne americano scomparso nel 1997 i cui resti sono stati rinvenuti appena tre mesi fa. Nel bene e nel male, un enorme archivio di memoria digitale, anche all’insaputa dei diretti interessati. Ai quali, però, può anche capitare di imbattersi in piacevoli sorprese.

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