Ass. Io Salerno: Porto, stupisce e non stupisce

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Non stupisce che il Consiglio Comunale sia stato convocato il 30 Dicembre. Succede dappertutto, visto che entro la fine dell’anno è necessario assumere decisioni ineludibili e rispettare obblighi di assestamento di Bilancio. E, poi, è un giorno come un altro.

Stupisce, però, che nell’Ordine del Giorno, oltre ai rituali argomenti di amministrazione, sia stata inserita una mozione presentata da cinque Consiglieri di opposizione a sostegno della costruzione dell’ormai ‘famoso’ parcheggio multipiano nell’area dello scalo commerciale. Perché, noi pensiamo che la stretta interdipendenza esistente tra l’area portuale e la Città non possa consentire una discussione parziale o settoriale di fatti che ne influenzino le relative operatività.

Così, non stupisce che il punto sia stato rinviato ad altra data in accoglimento della proposta avanzata in tal senso dal competente Assessore (fonte: Consiglio). Mancava, a suo dire, un esaustivo corredo progettuale (salvo errore).

In realtà, del garage multipiano della Grimaldi (Automar e SAT), concessionaria di circa 100.000 mq. in area portuale per lo stoccaggio delle auto, si iniziò a parlare nel lontano 2009.

Nel 2011, poi, la proponente presentò il progetto della struttura che dovrebbe consentire di incrementare il numero dei veicoli movimentati da 600.000 a 800.000 unità/anno (fonte: Autorità Portuale).

Nel 2018, infine, si svolse presso la Soprintendenza di Salerno un incontro con Comune, Autorità Portuale e Società per la verifica delle caratteristiche del fabbricato. A seguire, l’attuale Segretario della A.P., ing, Messineo, annunciò l’avvio della costruzione nel corso del 2019 (fonte: il denaro.it + altre).

Di fatto, sembra che la Soprintendenza abbia sollevato obiezioni tali da bloccare l’iter autorizzativo (fonte: ladenuncia.it).

In verità, se non si tratta di una mostruosità, poco ci manca. Perché l’edificio consiste in un blocco di cemento armato alto 10,60 m, cioè quanto un palazzo di tre piani, con una superficie, in pianta, di 25.735 mq., cioè quasi quanto 4 campi da calcio, per un totale di 63.545 mq. e circa 250.000 mcubi di volumetria (fonte: stylo24). Il tutto, proprio sotto il costone dell’Olivieri, luogo simbolo del territorio storico e turistico cittadino.

Ora, è verosimile pensare che i Consiglieri abbiano voluto impegnare l’Amministrazione a favore dell’avvio dell’opera, ma qualcosa non torna. E, stupisce. Spieghiamo il perché.

In questi anni, la movimentazione degli autoveicoli nell’area portuale ha registrato una significativa involuzione. Più precisamente, alla data del 30/11/19, sono state ‘lavorate’ 240.634 unità contro le 368.351 al 31/12/18. Se facciamo il raffronto mese su mese, la contrazione è del 30,97%. Siamo, quindi, a meno del 50% della potenzialità attuale (600.000) e al 30% di quella acquisibile con il multipiano (800.000).

E, allora, a che serve il multipiano?

C’è di più. I risultati evidenziati potrebbero essere l’effetto di un diverso orientamento dei flussi deciso dalla stessa Automar che è attualmente impegnata ad investire a Gioia Tauro, dove – dopo aver acquisito il 100% della AutoTerminal G.T. – gestisce un’area di 320.000 mq. dotata di tre fasci di binari, e a Civitavecchia, dove utilizza 410.000 mq. con sei fasci di binari (fonte: Anteprima24.it).

In sostanza, la Società sarebbe oggi interessata a esaltare la velocità e la economicità del trasporto su ferro, enormemente più favorevole rispetto a quello su gomma, sfruttando i vantaggi dei collegamenti ferroviari con la sede di Pontecagnano/Faiano dove dispone di 185.000 mq. con sei fasci di binari. Non sappiamo se sia questa la verità. Ma potrebbe essere.

E, allora, se così fosse, Automar ha ancora necessità del multipiano?

In ogni caso, se la struttura fosse realizzata, gli effetti sulla vivibilità di questa Città sarebbero dirompenti.

Evitando di riproporre calcoli da noi fatti in precedenza (cfr pagina Fb), ci limitiamo solo a riferire che, ‘grazie’ ai nuovi volumi, i tir in entrata/uscita aumenterebbero di almeno altre 1.000 unità al giorno portando il totale dei transiti sul viadotto Gatto ad una cifra compresa tra i 3.000 e i 4.000 veicoli. Al giorno. Una cifra abominevole, ma matematica. Ovviamente, salvo errore.

Per tutto questo, stupisce che i Consiglieri proponenti possano aver deciso di sollevare questo problema in un frettoloso Consiglio di fine anno, in luogo di chiedere una seduta specifica per discutere ‘criticamente’ e ‘costruttivamente’ dei cambiamenti in atto nelle attività dello scalo.

Proviamo ad approfondire, utilizzando i dati forniti dall’Autorità Portuale.

La movimentazione dei container alla data del 30/11/19 è stata pari a 381.554 teu contro i 453.187 del 31/12/2018. Il raffronto mese/mese evidenzia una contrazione del 9,07%.

Di contro, il traffico ro.ro è stato pari a 227.169 veicoli, in recupero rispetto ai 233.551 del 31/12/2018. Il raffronto mese/mese evidenzia un incremento del 5,78%.

Tenuto conto dei contrapposti risultati di Napoli, dove i container crescono mese/mese del 18,62% e i ro-ro diminuiscono del 2,70%, sembra sia in atto una inversione delle rispettive operatività in funzione, noi pensiamo, delle caratteristiche dei due approdi in quanto a banchine, spazi, retroporti, ferrovie, strade.

Sono noti i limiti del nostro scalo. Pur potendo accogliere navi di maggiori dimensioni dopo l’escavo dei fondali (certo, non la MSC ‘Mina’ con capienza di 23.565 teu), dove sarebbero messi i container? Ormai sono già dappertutto, mancano solo nel box sotto casa. E come sarebbero trasportati? Siamo seri. Non avremo mai forza competitiva nei confronti di Napoli e, ancor più, del maxi-porto di Gioia Tauro che, grazie a investimenti milionari, è divenuto nel 2019 primo hub nazionale per container (2.522.874 +8,4%) ed è il vero ‘gateway’ del Sud con riferimento al corridoio 5 della TEN-T europea. Ne abbiamo già parlato (cfr. pagina Fb).

I dati statistici ci dicono, poi, che al 30/11/19 sono cresciuti nel nostro scalo sia il movimento dei crocieristi (mese/mese +33,15%) sia quello dei turisti o escursionisti verso le Costiere (mese/mese +13,16%).

Appare chiaro, quindi, che sono in corso modifiche significative nella operatività dello scalo e che solo una attenta riflessione, alla luce anche dei vincoli imposti dal trasporto su gomma e del deludente avvio della ZES, può consentire di assumere scelte non episodiche per la salvaguardia del lavoro e per lo sviluppo economico e sociale della intera Comunità. Peraltro, è indubbio che, con l’attuale operatività, lo scalo sta avvelenando ambiente e vita, ‘scaricando’ sulla Città il ‘lavoro sporco’, e il relativo ‘costo sociale’, in cambio del solo ‘vantaggio’ dei posti di lavoro offerti. Non ci sono noti, salvo errore, rilasci di dividendi, interessi e/o incrementi patrimoniali per la collettività.

Salerno deve essere una Città con Porto, non un Porto con Città. Non può essere una rotatoria per i tir e neppure può subire inaccettabili condizionamenti da parte di chi guarda esclusivamente al proprio vantaggio economico e non riconosce alla qualità della vita il valore di bene primario per chi la vita la vuole vivere da essere umano, non da ‘morto vivente’.

Così, noi riteniamo sia necessario riappropriarsi dello scalo trasformandolo in area di ‘servizi marittimi specializzati’ legati alla nostra storia e fondati sul rispetto del territorio, dell’ambiente e della nostra tradizione. Un luogo ‘pulito e ordinato’, con attività diversificate e, quindi, molto più stabili nel tempo.

Per questo, la banchina di Ponente, la Rossa e quella est Trapezio potranno essere destinate ai traghetti ro-ro passeggeri/merci, il Trapezio ad accogliere le attività della cantieristica da diporto e i Moli 3Gennaio e Manfredi ad ospitare le crociere (porto di primo imbarco) e i movimenti turistici locali. Negli spazi residui, troverebbero posto piazzali per il parcheggio delle auto e degli autobus e spazi verdi con aree attrezzate per la sosta e il ristoro.

La rinnovata funzione consentirebbe la riqualificazione di tutto il quartiere, con il recupero anche dei valori immobiliari, l’insediamento di alberghi e attività di ristorazione, la creazione di luoghi di interesse pubblico (un museo del mare nel mercato del pesce) e di vita collettiva. Così, via Ligea, alberata e con terrazze sul mare, diverrebbe il vero viale di ingresso alla Città mentre un ascensore per salire sull’Olivieri porterebbe i turisti nella nostra area più storica e più panoramica, oggi tradita e negletta, luogo indecoroso di degrado e abbandono. Il solo recupero darebbe lavoro per anni, mentre le diverse attività lo assicurerebbero a tutti.

Non abbiamo spazio per spiegarci meglio. Ma riteniamo che queste idee possano essere sufficienti a indurre la Comunità e, auspicabilmente, i Consiglieri di maggioranza e opposizione a riflettere su come realizzare un ‘nuovo’ futuro per lo scalo, più compatibile con i bisogni della Città e più coerente con la sua vera identità.

Perché, ci possiamo stupire, oggi, per le modalità della discussione in Consiglio per il multipiano, ma non ci potremo stupire, domani, per gli effetti di scelte adottate con quelle modalità.

Per decidere di riparare le buche o un marciapiede è sufficiente un dibattito sull’uscio. La progettazione del futuro della Comunità richiede impegno e scelte consapevoli. E amore per chi vive e per chi vivrà.

Questa Città, ha bisogno di amore.

e.mail: associazione.iosalerno@gmail.com

pagina fb: Associazione io Salerno

 

P.S.: Riprendiamo l’appuntamento settimanale del Mercoledì. Confidiamo di riuscire ad offrire, per un anno ancora, il nostro modesto contributo di idee per favorire l’auspicato risveglio della Città.

Grazie.

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