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Gli effetti perversi del reddito di cittadinanza (di G. Fauceglia)

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Si legge, ormai con cadenza giornaliera, di truffe ripetute sulla illecita percezione del reddito di cittadinanza, senza che a ciò segua alcun ripensamento da parte dell’attuale maggioranza di governo. Si è scoperto, nel tempo, che contrabbandieri, spacciatori e finanche appartenenti alla criminalità organizzata hanno richiesto ed ottenuto il beneficio del reddito di cittadinanza.

Solo da qualche giorno si è conclusa nella Locride una intensa attività investigativa della Guardia di Finanza, la quale ha svelato che 237 residenti, alcuni accusati di essere affiliati alla “ndrangheta”, proprietari di ville di lusso e finanche di Ferrari, nonché imprenditori e professionisti con partita Iva, hanno richiesto ed ottenuto il reddito.

A Modena, invece, la polizia locale ha scoperto un finto senza fissa dimora che aveva ricevuto, per lo stesso titolo, 4.000 euro, pur essendo intestatario di ben 78 autoveicoli e di una concessionaria per la vendita di automobili.

Inoltre, dagli stessi dati della Guardia di Finanza  emerge che nel periodo  gennaio 2018-magio 2019,  sono stati erogati 157 milioni di euro a 13.570 soggetti che erano riusciti ad ottenere agevolazioni in ambito previdenziale, assistenziale e sanitario in evidente assenza o falsificazione dei requisiti ( in questo caso, il dato non è connesso solo al reddito di cittadinanza, ma al malcostume che ormai caratterizza la vita e le dinamiche del nostro Paese).

E’ evidente che il fenomeno resta ben più diffuso di quanto emerge dalle indagini, e manifesta l’illogicità della misura introdotta, con grande clamore mediatico, dal governo giallo-verde, e, senza alcun ripensamento, ritegno o pentimento, mantenuto in vita dall’attuale governo giallo-rosso.

Tutto ciò, nonostante un’indagine preliminare del maggio scorso del Nucleo Speciale Spesa Pubblica della stessa Guardia di Finanza, che aveva individuato il rischio di importanti forme di frode sul reddito.

Il risultato evidente è sotto gli occhi di tutti: con i soldi dei contribuenti è stato erogato il reddito a malavitosi e non aventi diritto, che magari – in barba alle leggi dello Stato – possono vantarsi di aver truffato la collettività. A ciò si aggiunge che ad oggi, soprattutto in Campania, a fronte del reddito di cittadinanza erogato non corrisponde neppure un posto di lavoro offerto ai precettori del reddito.

Ciò a dimostrazione, nonostante i rilievi mossi da economisti e da esperti del mercato del lavoro, che la misura voluta dal Movimento Cinque Stelle è dannosa, antipedagogica e addirittura inutile.

La chiave per intascare “illecitamente” il reddito di cittadinanza si nasconde nella “Dichiarazione sostitutiva unica” (DSU), ovvero il documento con il quale il soggetto richiedente attesta il proprio stato patrimoniale e reddituale. Invero, sin dall’avvio della misura, su oltre 1.600.000 domande, l’Inps aveva rilevato la pratica impossibilità di procedere ad adeguati controlli, dovendo l’ente erogatore affidarsi alla semplice autocertificazione dei richiedenti,  in assenza di idonee convenzioni, ad esempio, con l’ACI per l’accertamento della proprietà di autoveicoli e finanche con le Agenzie del Territorio. I pochi controlli a campione, che sono seguiti, hanno dato esiti non certo tranquillizzanti.

Il risultato della illogica misura voluta e osannata dai Cinque Stelle è sotto gli occhi di tutti: si dilapidano importanti risorse pubbliche – che avrebbero potuto essere destinate ad altre, pure rilevanti, finalità di contrasto alla povertà – per  attuare politiche pubbliche  dall’esclusivo valore propagandistico, in una probabile ottica di “scambio” sociologico rilevante a soli fini elettorali. Questa è oggi l’Italia !!!

di Giuseppe Fauceglia

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