Charlie orfano di Gioacchino torna a casa: indagini sulla tragedia di Cava

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La famiglia di Gioacchino Mollo, il medico di 61 anni originario do Torre Annunziata, morto giovedì, travolto da un pino mentre passeggiava con il suo cane sul marciapiede adiacente la villa comunale Falcone-Borsellino di Cava de’ Tirreni, si è chiusa nel silenzio e nel dolore per la morte del loro caro.

Charlie, il labrador che ha visto morire il suo padrone è stato riconsegnato ai suoi cari. Il cane,  nonostante la paura e il trambusto è rimasto fermo accanto all’albero che nascondeva il cadavere dell’oculista è  rimasto a vegliare sul corpo senza vita del suo padrone finché non lo hanno portato via. Lo scrive Il Mattino oggi in edicola.

Nel frattempo indagini a tutto campo per ricostruire quanto accaduto. Indagini anche di natura fitostatica con una perizia da affidare ad un consulente. Il fascicolo è contro ignoti, con l’ipotesi formale di omicidio colposo, nelle mani del sostituto Federica Lo Conte. Al momento, non ci sono indagati.

Dal Comune hanno ribadito che l’albero caduto, della specie Pinus Pinea, era tra gli esemplari arborei più pregiati in città e sottoposto a tutela paesaggistica. «Trattandosi di un albero di particolare pregio, ed in considerazione della sua mole – ha dichiarato il dirigente del IV Settore del Comune, Antonino Attanasio – era soggetto a verifiche periodiche. Soltanto nell’ultimo anno, nel 2019, era stato analizzato ben due volte»

2 Commenti

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  • Ma allora fatemi capire i controlli le cure le assicurazioni nel caso in esame a che cosa servono?

  • Vogliono trovare giustificazione su un disastro che poteva essere evitato .
    Non vedono che ovunque gli alberi di pino sono i primi a cadere ( Roma docet !)
    Nonostante il morto, adducono puerili giustificazioni asserendo che trattavasi “di albero di particolare pregio”…bene, il pino pregiato mettitelo nel giardino di casa tua e poi ne vedi le conseguenze… ma non lasciarlo sulla pubblica strada.
    E’ notorio che le radici del pino ramificano e si estendono lateralmente alla pianta e non scendono in profondità nel terreno, tant’è che le radici alzano il manto stradale rendendolo sconnesso e dissestato.

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