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Coronavirus, l’allarme c’è. Ma guai se la psicosi supera la realtà

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Questa storia del Coronavirus rischia di sfuggirci di mano. E se non fosse una faccenda tremendamente seria ci scapperebbe solo un sorriso, per il panico che ad ogni minimo sospetto, potremmo dire ad ogni colpo di tosse di chi ci è vicino, c’assale portandoci a pensieri e retropensieri indicibili.

Già sul primo, presunto e poi infondato, caso di Coronavirus a Salerno dalla tragedia si rischia di passare alla farsa, se è vero com’è vero che il pover’uomo di Postiglione additato alla stregua dell’untore manzoniano ha deciso di rivolgersi ad un avvocato per tutelare nelle sedi opportune quella riservatezza che ha ritenuto violata nei giorni in cui era sottoposto agli accertamenti del caso al Cotugno di Napoli. Il signore è tornato a casa tranquillamente, aveva solo l’influenza. Ma la storia rischia d’arrivare addirittura in un’aula di tribunale.

Converrebbe, allora, attenersi alla cronaca asciutta- così come stiamo cercando di fare anche con il sospetto caso segnalato a Battipaglia e già a Napoli per accertamenti. Anche per non alimentare inutili ansie, figuriamoci per generare improbabili allarmismi, in una situazione che è serissima, su cui occorre stare in guardia, ma per la quale ormai esiste una procedura collaudata che vede pronte istituzioni, Asl ed Ospedali ad ogni evenienza.

E poi diciamola tutta, è davvero insopportabile l’ostracismo neanche tanto velato verso la comunità cinese. Al punto che fa bene chi ha deciso di riderci su, come l’avvocato napoletano Francesco Bile, diventato famoso per l’audio- che imperversa anche all’estero- sulla scenetta vocale del cinese con la tosse, affittato da un tal Gennaro di Forcella per evitare le code all’ufficio postale, trovare posto sul bus affollato, entrare al ristorante saltando la fila.

Fonte LiraTV

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