Biblioteche e coronavirus (di Vincenzo Capuano)

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All’angolo tra piazza Malta e la “Discesa della villa” nel 1956 aprì la Libreria Interazionale. Non c’è salernitano che non ci sia entrato almeno una volta. Alfonso Gatto ne era un assiduo frequentatore.

Rino Mele, negli anni, vi ha promosso numerosi incontri letterari. Le parole rimanevano sospese in quel piccolo ambiente senza tempo, saturando ogni angolo, certe di non precipitare nel nulla.

Io la visitavo di tanto in tanto per poter scambiare qualche idea con Alessandro de’ Spelladi, il proprietario, per perdermi tra l’odore dei libri, tra gli scaffali alla ricerca di un testo che mi suscitasse un ricordo, un’emozione.

Oggi al suo posto, all’angolo tra Piazza XXIV Maggio e via dei Principati c’è un Bistrot. Leccornie al posto di libri. I libri possono andare in soffitta? Il modo per fare cultura è oggi diverso? Forse. Indubbiamente sul web l’informazione scientifica (quella vera) è più immediata e si riescono ad avere in tempo reale le pubblicazioni di tutto il mondo.

Intanto, in questi ultimi anni, in Italia, hanno chiuso numerose librerie. Passando di pensiero in pensiero mi ritornano in mente le biblioteche, alcune delle quali sono un po’ come delle cattedrali, conservano la storia antica e offrono ambienti sacri, tra mura affrescate, affascinanti.

L’Italia in particolare, forse come nessun’altra nazione, dispone d’un patrimonio sconfinato di biblioteche storiche: veri e propri templi del sapere dove libri, arte, storia e architettura si intrecciano e creano luoghi persi nel tempo… Provo a ricordare quelle italiane che mi hanno particolarmente colpito.

Non posso non partire da Napoli, dall’interessante Biblioteca dei Girolamini, parte del più ampio complesso dei Girolamini, sito nel cuore di Napoli all’incrocio tra via Duomo e via dei Tribunali. Fondato tra la fine del Cinquecento e la prima metà del Seicento, ingrandito nel corso del secolo successivo, divenne Monumento Nazionale nel 1866.

È la biblioteca più antica di Napoli, in Italia seconda solo alla Malatestiana. Questa biblioteca monumentale suscita sentimenti opposti, infatti è una struttura di bellezza unica, ma esempio di degrado profondo. Ha vissuto durante gli ultimi decenni un periodo buio, di profonda incuria.

Decorata da affreschi settecenteschi di Pietro Bardellino, ospita, circa 160.000 titoli per lo più antichi, molti dei quali sulla letteratura classica e sulla storia della musica. Fu assiduamente frequentata da Giambattista Vico, che donò le prime edizioni di tutte le sue opere al convento.

Rimanendo al sud ricordo con emozione la biblioteca del complesso dei Benedettini a Catania, un complesso di bellezza unica, Pa­tri­mo­nio del­l’U­ma­ni­tà dal 2002. L’opera più nota è una Bib­bia mi­nia­ta, at­tri­bui­ta a Pie­tro Ca­val­li­ni, realizzata nei se­co­li XIII-XIV, considerata da molti la più bella al mondo. Centro della biblioteca è la “Sala Vac­ca­ri­ni”, idea­ta dal­l’o­mo­ni­mo Ar­chi­tet­to pa­ler­mi­ta­no e che con­ser­va an­co­ra oggi la sua con­fi­gu­ra­zio­ne ori­gi­na­ria di fine Set­te­cen­to.

I vo­lu­mi sono ol­tre 270.000, al­cu­ni dei qua­li pre­sen­ta­no pa­gi­ne an­ne­ri­te o bru­cia­te, per or­di­ni di cen­su­ra im­po­sti dal­la Chie­sa nel XVI se­co­lo. La sala arricchita da una volta tutta affrescata in cui domina il giallo divenne, tra Set­te­cen­to e Ot­to­cen­to, una tap­pa ambita per i viag­gia­to­ri del Grand Tour.

A rac­con­ta­re del­le me­ra­vi­glie di que­sto luo­go fu­ro­no Goe­the, Wag­ner, Liszt e lo Zar Ales­san­dro II di Rus­sia. Nel­la “Sala Gut­ta­dau­ro”, sono col­lo­ca­ti al­cu­ni dei li­bri più an­ti­chi e di­ver­si pez­zi di ar­re­da­men­to sto­ri­ci, come lo scrit­to­io ap­par­te­nu­to allo scrit­to­re Fe­de­ri­co De Ro­ber­to, no­mi­na­to “bi­blio­te­ca­rio ono­ra­rio” nel 1893, sul quale pare ab­bia lavorato alla ste­su­ra de I Vi­ce­ré.

Ritorno per un attimo al presente, la Tv e i social continuano a parlare di coronavirus, tra notizie vere e false. È per questo fondamentale affidarsi agli organi ufficiali. Cerco di ricordare le regole fondamentali per prevenire l’infezione emanate dall’Istituto Superiore di Sanità divulgate continuamente e oggi note a tutti.

Particolarmente interessante, invece, il recentissimo lavoro pubblicato su Lancet che analizza 9 casi di donne affette da polmonite da coronavirus. In tutti i casi il virus non è stato trasmesso al bambino. Analogamente, anche se i dati sono limitati, il Centro per la Prevenzione e Controllo delle Malattie riferisce che la malattia nei bambini presenterebbe meno complicanze.

Torno infine a riportare alla mente le Biblioteche e non posso non soffermarmi sulla Biblioteca Malatestiana di Cesena. Prima biblioteca civica d’Italia e d’Europa. Tra le molteplici opere interessanti vi è anche conservato il più piccolo libro leggibile ad occhio nudo del mondo.

La Malatestiana è un gioiello dell’Umanesimo italiano: progettata da Matteo Nuti, allievo di Leon Battista Alberti, fu realizzata nel 1454 presso il Monastero Francescano allo scopo di dare una sistemazione ai preziosi codici dei frati.

Un ambiente fuori dal tempo dove un’atmosfera affascinante vi catturerà. E ora tocca a voi riportare alla memoria quelle che vi hanno più colpito o andare alla ricercare di quelle che vi piacerebbe visitare…

di Vincenzo Capuano

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