«Queste considerazioni valgono per tutto il personale addetto alla gestione dell’emergenza e per quello destinato ai servizi di front-office, come ufficiali d’anagrafe e stato civile, assistenti sociali, personale amministrativo, tecnico, centri per l’impiego e camere di commercio, con ricezione del pubblico in ambienti sprovvisti di pareti divisorie. Bisogna provvedere all’adeguamento dei documenti di valutazione del rischio e all’immediata adozione di misure preventive, per gli aspetti logistici, organizzativi-funzionali e ovviamente per individuazione e fornitura dei dispositivi di protezione individuali e collettivi, a tutela degli operatori».
Per quanto riguarda i servizi che non rientrano nelle deroghe del decreto emanato dal presidente del Consiglio, Salvato ritiene necessario «consentire celermente l’accesso allo smart working e assicurare la sanificazione periodica degli ambienti di lavoro e la messa a disposizione di dispositivi medici, considerare la possibilità di sospendere le attività interne per le oggettive difficoltà nel mantenimento degli standard di sicurezza».
L’imperativo, dunque, è favorire il lavoro agile, «ad eccezione delle attività strettamente funzionali alla gestione dell’emergenza e quelle indifferibili da rendere in presenza».
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