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Salerno, mercato immobiliare: si registra una battuta d’arresto per il residenziale

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Il mercato residenziale salernitano registra un regresso del processo di ripresa in atto che era culminato nel rientro (2018) in territorio positivo. Il ritorno in territorio negativo è riconducibile principalmente alla contrazione delle transazioni immobiliari e all’intensità della domanda, e solo in misura residuale alla dinamica degli altri indicatori di mercato – è quanto emerge dal 1° Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2020 di Nomisma presentato oggi in diretta streaming.

Residenziale

Una debole dinamica delle compravendite (quasi -2% nel 2019) unita a una minore intensità della domanda sono la base della battuta d’arresto del mercato residenziale salernitano. L’intensità della domanda di acquisto è sorretta prevalentemente da esigenze di sostituzione o di prima casa (l’80% degli operatori indica questa come la principale motivazione addotta da chi conclude una compravendita).

A causa della diffusa necessità delle famiglie di accedere ad un mutuo, la disponibilità di credito è decisiva nell’influenzare l’andamento del mercato. Nel corso dei primi nove mesi del 2019, i mutui alle famiglie si sono contratti del 7,1%, in linea con il trend nazionale (-8%).

I prezzi al metro quadro delle abitazioni fanno registrare un calo su base annua (-0,2%). L’intensità delle variazioni è però molto debole, addirittura azzerata nel caso delle abitazioni di nuova costruzione. Per acquistare un immobile in centro sono necessari in media 3.238 (€/mq) contro i 1.783 (€/mq) della periferia.

I tempi medi di vendita si attestano attorno ai 7 mesi. Un incentivo all’affitto viene dal segmento della locazione, dove si registra una crescita generalizzata dei canoni (+1,3% annuo), sia in centro (+1,5%) che in periferia (+1,1%). I tempi di locazione sono di 2,7 mesi e i rendimenti lordi decisamente inferiori rispetto a quelli delle altre città intermedi italiane (4,1%).

Non residenziale

Il settore non residenziale di Salerno si conferma in difficoltà. Per il secondo anno consecutivo le compravendite di immobili sono calate in misura consistente: -13,3% su base annua nel 2018 e -8,4% nel 2019. L’arretramento ha interessato sia il segmento direzionale (-19,2% annuo) sia il settore commerciale (-8,7%). In controtendenza (+57%) solo gli immobili a destinazione produttiva, che però rappresentano una quota residuale delle transazioni.

Anche i prezzi segnano il passo. Gli uffici registrano un calo delle quotazioni (-0,6% annuo), i negozi del -0,9% annuo avvicinandosi quindi al territorio positivo, ma senza raggiungerlo. Il medesimo ragionamento fatto per i prezzi vale anche per i canoni di locazione dei negozi, le cui variazioni annue permangono, seppur di poco, negative (-0,3%). Quelli degli uffici approdano invece territorio positivo, con un incremento dello 0,9% su base annua.

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