In provincia di Salerno saranno oltre 120mila i lavoratori dipendenti, per i quali sono previsti gli ammortizzatori sociali. Coinvolti un po’ tutti i settori produttivi – come scrive il quotidiano “Il Mattino” – dal commercio ai servizi, passando per il metalmeccanico, la logistica e l’edilizia. Sostanzialmente, a finire in cassa integrazione speciale (della durata di 9 settimane) è un lavoratore dipendente su due. Questo vuol dire che il mercato del lavoro, in provincia di Salerno, potrebbe essere praticamente diviso a metà tra chi ancora produce (e guadagna) e chi, invece, dovrà avere un sostegno al reddito.
Un lavoratore su due in cassa integrazione, nel Salernitano sono 120mila
In provincia di Salerno saranno oltre 120mila i lavoratori dipendenti, per i quali sono previsti gli ammortizzatori sociali. Coinvolti un po’ tutti i settori produttivi – come scrive il quotidiano “Il Mattino” – dal commercio ai servizi, passando per il metalmeccanico, la logistica e l’edilizia. Sostanzialmente, a finire in cassa integrazione speciale (della durata di 9 settimane) è un lavoratore dipendente su due. Questo vuol dire che il mercato del lavoro, in provincia di Salerno, potrebbe essere praticamente diviso a metà tra chi ancora produce (e guadagna) e chi, invece, dovrà avere un sostegno al reddito.
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Per me bisognerebbe (come al solito noi italiani abbiamo bisogno di essere controllati) istituire una commissione per l’accesso agli ammortizzatori sociali, in quanto allo stato di fatto tutte le aziende faranno domanda anche quelle che effettuano servizi di pubblica utilità tipo luce, gas, acqua, raccolta rifiutii etc., ecco per questo tipo di aziende (essendo indispensabili) bisognerebbe attuare degli sgravi fiscali consistenti per i periodi di emergenza. Uno per non ricorrere alla cassa integrazione aiutando le aziende piu bisognose, due per avere cosi piu personale sul campo e garantire i servizi al 100%, che senso avrebbe mettere questo tipo di personale in cassa integrazione per i periodi di emergenza?