Covid: le banche anticiperanno la cassa integrazione ai lavoratori

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Per accelerare sui tempi di erogazione dei trattamenti di cassa integrazione ordinaria e in deroga legata all’emergenza coronavirus saranno le banche ad anticipare la somma ai lavoratori, che verrà poi rimborsata dall’Inps. L’anticipazione dell’indennità avverrà tramite l’apertura di credito in un conto corrente apposito, se richiesto dalla banca, per un importo forfettario complessivo pari a 1.400 euro, parametrati a 9 settimane di sospensione a zero ore (ridotto proporzionalmente in caso di durata inferiore), da riproporzionare in caso di rapporto a tempo parziale.

Lo prevede la convenzione definita nel videoconfronto promosso dal ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, con l’Associazione bancaria italiana Confindustria, Confagricoltura, Confcommercio, Confasrtigianato, Coldiretti, Alleanza delle Cooperative, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confapi, Confedilizia, Confetra, Cgil, Cisl e Uil, Ugl, Fisac, First, Uilca, Fabi e Unisin. «Grazie alla convenzione appena firmata sull’anticipo della cassa integrazione da parte delle banche ai lavoratori i primi assegni di cassa potranno arrivare entro Pasqua» ha detto il ministro dell’Economia, Stefano Patuanelli intervistato da Radio24.

Beneficiari i dipendenti in Cig a zero ore

Riguarda i lavoratori dipendenti (anche soci lavoratori, lavoratori agricoli e della pesca) di datori di lavoro che, anche in attesa dell’emanazione dei provvedimenti di autorizzazione del trattamento di integrazione salariale per l’emergenza Covid-19, abbiano disposto la Cig a zero ore ed abbiano fatto domanda di pagamento diretto da parte dell’Inps del trattamento di integrazione salariale ordinario o in deroga. Le parti concordano l’estensione dell’anticipazione dell’assegno ordinario erogato dal Fondo di integrazione salariale per Covid-19 di cui sia richiesto il pagamento diretto e si impegnano a individuare le modalità per comprendere gli altri fondi di solidarietà.

Apertura conto corrente in via telematica

In sostanza è prevista l’erogazione attraverso un’apertura di credito in conto corrente da parte della banca che cesserà con il versamento da parte dell’Inps del trattamento di integrazione salariale ordinario o in deroga.

Le banche favoriranno il ricorso a modalità operative telematiche, per limitare l’accesso fisico alle filiali, contro il rischio di contribuire alla diffusione del coronavirus. Le banche che applicano la convenzione adotteranno condizioni di massimo favore per evitare un aggravio di oneri.

In caso di mancato accoglimento della richiesta di integrazione salariale, o allo scadere del termine dei sette mesi se l’Inps non avrà versato la somma la banca potrà richiedere l’importo dell’intero debito relativo all’anticipazione al lavoratore che provvederà ad estinguerlo entro trenta giorni dalla richiesta.

In caso di inadempimento del lavoratore, la banca – salvo quanto previsto da parte delle Autonomie locali nelle realtà dove sono costituiti “fondi di garanzia” – comunicherà al datore di lavoro il saldo a debito del conto corrente dedicato. Il datore di lavoro verserà su tale conto corrente gli emolumenti e tutte le componenti retributive spettanti al lavoratore, fino alla concorrenza del debito. Il datore di lavoro è responsabile in solido a fronte di omesse o errate sue comunicazioni alla banca, o del mancato accoglimento della richiesta di integrazione salariale per sua responsabilità.

Assicurare alle imprese la necessaria liquidità

La convenzione ha una clausola finale, con cui le parti ritenendo opportuno favorire l’anticipazione delle indennità di Cig ordinaria Covid-19 da parte delle imprese che non chiederanno il pagamento diretto da parte dell’Inps, richiedono al Governo adeguate forme di garanzia nel prossimo provvedimento legislativo per consentire alle imprese la possibilità di accquisire, attraverso le banche, la necessaria liquidità.

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