Il lockdown stoppa anche la ricerca di lavoro (di Tony Ardito)

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In base ad uno studio effettuato da Banca d’Italia, nello scorso mese di marzo le ricerche di nuovi lavori sono crollate del 39%. L’analisi evidenzia come tale calo risulti essere uno dei preoccupanti effetti della emergenza Covid19. Con la contrazione della domanda di lavoro, nei mesi a venire, potrebbe verificarsi una forte riduzione della offerta di lavoro e, dunque, un aumento dello scoraggiamento.

Al fine di esaminare il trend, Bankitalia ha preso le serie storiche delle ricerche su Google con parole chiave offerte di lavoro, indeed e subito lavoro, selezionando le sole ricerche che sono classificate nella categoria istruzione e lavoro.

Il tasso di disoccupazione e la curva dell’indice Google, nel nostro Paese, hanno un andamento assai simile sino a marzo 2020, ovvero quando si segnala una forte riduzione dell’attività di ricerca di lavoro. Non c’è dubbio che il crollo sia importante, tanto più se si considera l’elevata volatilità dell’indicatore: 5 volte la deviazione standard della serie.

La poderosa variazione non è, in alcun modo, attribuibile ad un incremento dell’attività di ricerca complessiva sul motore web connessa al maggior tempo a disposizione, in queste settimane, degli italiani costretti in casa. Per sgombrare il campo dal dubbio, sono state poste a confronto le dinamiche dell’indice di ricerche su Google degli ultimi 90 giorni per parole chiave particolarmente popolari, quali Spotify, YouTube, Facebook, Corriere e Repubblica.

Con lo scopo di confermare il disinteresse verso la ricerca di nuovi posti di lavoro, sono state analizzate finanche le “googlate” per applicazioni relative alla mobilità o siti di notizie sportive che durante queste settimane di lockdown, come peraltro è facile dedurre, hanno destato scarso interesse. I cali riscontrati sono rispettivamente del -50% e del -31%, molto prossimi a quel -39% registrato sulla ricerca di lavoro.

C’è altresì da osservare che la reclusione forzata ha spinto molte aziende a rinunciare al reclutamento di nuovo personale. Si pensi che in Italia, una volta che le norme sono state attuate, le assunzioni hanno registrato una flessione del 40%.

di Tony Ardito

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