Scontro Chiesa-governo: la Cei contesta scelta di vietare ancora le messe

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E’ scontro tra la Cei e il governo italiano, dopo che il premier Conte ha ufficializzato ieri sera il protrarsi, fino al 24 maggio, dello stop alle messe, fatta eccezione per i funerali ristretti. E in attesa che venga elaborato – come scrive il quotidiano “Il Mattino” – un protocollo per permettere la libertà di culto, dai vescovi italiani è arrivata una nota durissima: «Non possiamo accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale». Quello che secondo la Cei viene meno è la fiducia, anche perché alcuni giorni fa aveva avuto rassicurazioni specifiche dal ministro dell’Interno.

13 Commenti

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  • E certo, hanno paura di perdere il controllo delle coscienze, che la gente cominci a pensare che, in fin dei conti, anche senza ascoltare predica con annessi e connessi, il domani arriverà lo stesso, come Vasco sostiene. Forse meditare a casa, anzichè andare in chiesa, farà bene a parecchi.

  • Ma come,le attività redditizie devono stare chiuse o limitate e la chiesa vuole aprire?
    Ma si rendono conto che la gente muore di fame senza reddito e la chiesa deve contribuire alla diffusione del virus, ennesima dimostrazione di egoismo ,arroganza e falsità .

  • ma questi si rendono conto uno che il virus c’è ancora due proprio queste congregazioni per messe funerali e altre cerimonie sono state ricettacolo di focolai e infetti, quindi per cortesia tanto le messe vengono comunque officiate a distanza, cosa serve essere presenti in carne e ossa

  • Non riaprire al culto in Chiesa, necessario per ovvi motivi, non comporta automaticamente che i credenti diventino atei od agnostici. Anzi, nei momenti di isolamento, si legge, si prega per ansia e paura, si cerca un conforto intimo nella fede ben più’ sincero di qualche omelia fredda e scontata. Il momento particolare dovrebbe favorire le “ teleconversazioni” multiple fra chiesa e fedeli, specie per gli anziani, attraverso skype e wasp o altro, anche per il futuro, allargando le possibilità’ di azione per i parroci e ministri sacri in generale. Certi Parroci, con la p maiuscola, già’ lo fanno. Quindi, altro che ribellione, la CEI si attrezzi e si modernizzi !!

  • LA CEI È COME SALVINI PRIMA DICE UNA COSA, DOPO 15 MINUTI LA SMENTISCE.
    IL PAPA È L’UNICO AD AVER COMPRESO LA GRAVITÀ DEL MOMENTO, SI ATTIVA AD EMANARE REGOLE, MA I VESCOVI NON CAPISCONO, SONO ASSENTI ED INCAPACI.
    SE IL COMITATO DI MEDICI HA AFFERMATO CHE SCUOLE, CHIESE E STADI DI CALCIO SONO I MAGGIORI FOCOLAI DI DIFFUSIONE, CHE PARLATE A FARE, IMITATE PAPA FRANCESCO, SIATE PIÙ UMILI, SPOGLIATEVI DELL’ALTERIGIA, IMITATE IL PAPA, NON COMBATTETELO ALLE SPALLE PER PURO INTERESSE DI POTERE.

  • Dopo le RSA, i principali focolai si sono sviluppati in occasione di celebrazioni religiose, soprattutto al sud.
    Essendo le RSA accomunate alle funzioni religiose per quanto riguarda i soggetti interessati, per lo più anziani, la pretesa di consentire il culto appare estremamente irresponsabile.

  • …oltre a perdere quei poveri credenti…si assottigliano le entrate ( offerte la domenica, funerali,matrimoni,cresime ,prime comunioni,messe per defunti ) ma voi capite sti pe…..quante entrate hanno senza pagare imu……
    Andassero a lavorare nei campi!

  • Basterebbe eliminare la comunione e il segno di pace. Poi va fissato il numero chiuso la domenica.
    Ai funerali qualcuno si metterà a contare fino a 15 e dal sedicesimo, out! Semmai un addetto alle pompe funebri appositamente formato terrà la conta. Lo stesso, munito di termoscanner, starà attento a che nessuno dei presenti, con mascherina e guanti rigorosamente neri, si avvicini ai parenti del defunto per le condoglianze. Nessun bacio, nessuna stretta di mano, ma solo tocchi di piede. Descriviamo una decisione assurda col giusto sarcasmo. Per non piangere…

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