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L’infettivologo Bassetti: “Il virus ha perso forza. E un farmaco fa sperare”

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Il virus è un nemico molto meno temibile. Eppure oggi il nostro Paese riparte col freno a mano tirato, a causa di un governo che manca di coraggio e infonde paura. Per proiettare uno sguardo ottimistico sul domani conviene lasciar perdere i menagramo e sentire le parole di Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive presso l’ ospedale San Martino di Genova.

Professor Bassetti, in Italia calano contagi e ricoveri in terapia intensiva. Il virus è diventato più innocuo?
«Sicuramente ha perso velocità di trasmissione. A marzo questo virus, per quantità di contagi e vittime, era uno tsunami. Ora è diventato un’ ondina, trasformandosi in quella che in Liguria chiamiamo bulesemme, una brezza movimentata. Dobbiamo capire se abbia perso anche forza: a metà marzo molti contagiati rischiavano di morire già in ambulanza. Ora non più. Forse è perché il virus ha già colpito i soggetti più fragili, facendo una selezione naturale. O forse si è depotenziato. Non ci sono dati scientifici, ma è un’ impressione condivisa da molti infettivologi».

L’indice di contagio, l’ R0, è già sotto l’1. Possiamo dirci fuori dall’epidemia?
«È evidente che siamo in una fase di discesa della curva. Tra metà maggio e inizio giugno dovremmo poter considerare concluso questo focolaio epidemico».

Quali fattori hanno consentito tale risultato?
«La cosa che ha influenzato di più è stata il distanziamento sociale. Anche nelle terapie sui pazienti sono stati fatti passi avanti, ma dovremo utilizzare la fase 2 per studiare quali farmaci siano efficaci, facendo una specie di eliminatorie: ossia mettere a confronto due farmaci alla volta e verificare quale funzioni meglio. In ogni caso è fondamentale che venga sentito il parere di chi ha visto il virus in faccia: rianimatori, anestesisti, medici di pronto soccorso. Abbiamo avuto troppi teorici e pochi clinici nelle task force. Sarebbe il momento di cambiare».

Fonte Liberoquotidiano.it

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