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Gli acquisti in rete la fanno da padrone (di Tony Ardito)

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Secondo Netcomm, il Consorzio del Commercio Digitale Italiano, in un solo mese dall’inizio della crisi sanitaria causata dal Covid-19, si è registrato un salto evolutivo verso il digitale di 10 anni: le abitudini di acquisto e i comportamenti dei consumatori italiani si sono spostati a favore dell’ecommerce, che ha garantito continuità di servizio per numerose attività e per i cittadini.

Il 6 e 7 maggio scorsi, il Consorzio ha organizzato il Forum Live, primo evento digitale dedicato all’ecommerce e al retail. Iniziativa, giunta alla sua 15ª edizione, ospitata da una nuova piattaforma digitale che replica tutte le potenzialità della grande fiera dell’ecommerce, il Netcomm Forum.

Il lockdown imposto dal dilagare della pandemia ha triplicato i nuovi consumatori online.  Dall’inizio dell’anno sino ad oggi, sono 2 milioni i nuovi consumatori online in Italia (in tutto 29 milioni), 1,3 milioni dei quali, in base alle stime di Netcomm, sono da attribuire all’impatto dell’attuale emergenza sanitaria.

Nel medesimo arco temporale del 2019 si registravano, infatti, 700.000 nuovi consumatori: si tratta della crescita organica che il mercato ecommerce si aspettava anche nei primi 4 mesi del 2020, se non fossero subentrati la crisi del Coronavirus e il conseguente lockdown.

L’ecommerce, quindi, si attesta come il settore con la maggiore crescita (+55%) a livello mondiale per effetto della pandemia. Lo seguono modern food retail (fino a +23%) e la vendita all’ingrosso di prodotti farmaceutici (fino a +15%).

Sono parecchi i settori messi letteralmente in ginocchio dalla emergenza sanitaria. Benché anche in rete si è riscontrato che taluni, come il fashion&lifestyle, hanno accusato il colpo più di altri, il 77% dei merchant online ha dichiarato di aver acquisito nuovi clienti durante questa fase.

Nelle vendite via web, alcuni segmenti, che solo poche settimane fa erano considerati emergenti, hanno registrato incrementi impressionanti. Da febbraio alla metà di aprile, con +154%, su tutti, l’acquisto di cibi per animali domestici, “pet care”; seguito da quello di cibi freschi e confezionati (+130%); prodotti per la cura della casa (+126%) e della persona (+93%).

Gli italiani, dunque, si servono della connessione non solo per l’approvvigionamento alimentare, la igiene e la cura personale e della casa, ma pure per soddisfare le esigenze dei propri animali domestici, i quali, durante questo periodo di dure costrizioni e limitazioni, per tantissimi, son stati molto più che compagni fedeli e preziosi.

di Tony Ardito

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