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La Diocesi rimanda le “Prime Comunioni”, l’agonia del settore Cerimonie

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Non se ne parla molto rispetto ad altri comparti che nutrono di una maggiore risonanza mediatica, ma ci sono realtà che combattono l’emergenza economica e promessi sposi che, ad oggi, non sanno se riusciranno a recuperare le somme già anticipate per preparare i festeggiamenti per i fiori d’arancio poi rinviati.

Il settore delle cerimonie a marzo e aprile ha registrato un calo dei fatturati notevole, pari quasi al 100%. Ad affermarlo è un imprenditore del comparto che in una mail ci hanno raccontato la situazione attuale e le perplessità per l’immediato futuro che non sono affatto rosee.

LA LETTERA DI UN IMPRENDITORE SALERNITANO DEL SETTORE

“Chi lei scrive è un ristoratore con locale prettamente per cerimonie che oggi 20 maggio ha ancora i cancelli chiusi in attesa che domani, così come previsto da De Luca, possa riaprirli. In questi giorni – scrive – noi ristoratori abbiamo appreso della decisione dei Vescovi della Campania di sospendere e rinviare al nuovo anno la celebrazione delle comunioni previste nei prossimi mesi estivi ed autunnali, celebrazioni rinviate alla prossima primavera”.

“Appresa la notizia l’Associazione Ristoratori unitamente a tante categorie che lavorano nel settore cerimonie, quali fotografi, fiorai, negozi bomboniere, abiti da cerimonia e welding abbiamo scritto al Vescovo della nostra diocesi Nocera-Sarno implorandolo di non rinviare la celebrazione delle comunioni previste nei prossimi mesi, di concederci una boccata d’aria per i prossimi mesi, nonché la possibilità di poter continuare a dare lavoro ai nostri dipendenti, che anche con cancelli chiusi stiamo aiutando visto che questa benedetta cassa integrazione ancora non è arrivata”.

“Sappiamo che i mesi che dobbiamo affrontare saranno duri, visto i tanti matrimoni rinviati per scelta degli sposi che vogliono vivere in piena serenità il giorno più importante della loro vita, ma non ci aspettavamo un rinvio anche delle comunioni da parte delle nostre Diocesi”.

“Decisione che – per noi che lavoriamo esclusivamente nel settore cerimonie – sarà un duro colpo, forse troppo! Che ci sacrificherà forse anche in maniera irreversibile. Alla nostra richiesta fatta al Vescovo abbiamo ricevuto come risposta che non è possibile celebrare le comunioni perché i fanciulli non hanno completato il catechismo. Ebbene sì!

Si blocca un intero settore, mandandolo in profonda crisi economica, perché a fronte di 3 anni di catechismo i fanciulli non hanno completato gli ultimi tre mesi”.

Domani – che riaprirò il ristorante – chiederò ai miei dipendenti di restarsene a casa spiegando che i fanciulli non hanno completato il catechismo. Rinviati i matrimoni, rinviate le comunioni forse sarebbe opportuno domani non aprire ancora, evitando così di sostenere innumerevoli spese di gestione. Non ritengo giusta la decisione presa! Per noi giugno, luglio, settembre e ottobre sarebbero stati mesi decisivi!”.

 

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