Aeroporto di Salerno, futuro sospeso: il Consiglio di Stato rinvia il verdetto

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Resta ancora sospeso il destino dell’aeroporto di Salerno Costa d’Amalfi. Il Consiglio di Stato ha rinviato al prossimo 24 settembre l’udienza di merito in ordine al ricorso nell’udienza a distanza – come scrive il quotidiano “Il Mattino” –  tra i legali della Gesac, della Regione Campania, della Filt Cgil Campania e del gruppo di cittadini che ha vinto il ricorso presso il Tar di Salerno.  Nessun provvedimento formale per il momento, nessuna richiesta di sospensiva, da parte della società che gestisce la rete aeroportuale campana, della sentenza del tribunale amministrativo dello scorso 20 febbraio. Questo vuol dire che, per i prossimi tre mesi, non potrà essere sbloccato l’iter amministrativo e burocratico necessario a far partire i lavori di ampliamento della pista.

13 Commenti

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  • Ora si spiega perchè in Italia le “cattedrali nel deserto” sorpassano in numero le Cattedrali destinate al culto della religione cattolica. Almeno gli stop li dessero prima che si avvia un’opera. No. Gli stop arrivano sempre quando i lavori sono a metà o prossimi alla fine. Poi il tutto si ferma all’infinito e così una nuova Cattedrale si aggiunge nel panorama dei sogni impossibili.

  • No attenzione qui lo stop è iniziato diversi anni fa, sono altri che hanno continuato a raccontare che tutto era ok, hanno fatto gare di appalto e conferenze. Si conosceva perfettamente che i decreti e quindi le autorizzazioni a procedere erano state impugnate nei termini di legge e secondo legge. Non è stato raccontato tutto questo ? Eppure tutti conoscevano e la stampa conosceva e gli enti conoscevano. Esistono anche i comunicati stampa. Io mi meraviglio solo che tutta questa vicenda non sia terminata ancora in ben altre aule giudiziarie.

  • Posso anche ammettere che lo stop sia iniziato diversi anni fa. Tuttavia ha avuto un effetto insignificante, se comunque un aeroporto di dimensioni limitate è sorto in quell’area così delicata e piena di problemi, avendo anche avuto per qualche tempo una ridotta attività. Sfido il dr Petrosino a non riconoscere che l’attuale scalo diventerebbero una ulteriore Cattedrale nel deserto, qualora questo nuovo stop dovesse diventare definitivo. Eppure, a pensarci bene la Cattedrale avrebbe il vantaggio di essere circondata da un … “deserto” caratterizzato da produzioni agricole di prima qualità, nonché da zone in parte archeologiche, da un’aria salubre e depurata dalla non lontana brezza marina e vissuta da cittadini, magari sempre stanziali, ma che se dovessero avere la necessita di un volo aereo, per lavoro o per diletto, dovrebbero sobbarcarsi un viaggio per lo meno fino a Capodichino, con un transit time di almeno due ore.
    Il lungo commento riportato di sopra ripete quanto già letto giorni fa su DentroSalerno.it.
    Non trovo argomenti nuovi e, se rispondessi, apparirei ripetitivo anche io.
    L’unica cosa che mi sento di dire è che l’Italia non può continuare a vivere sui NO.
    A suo tempo non si sarebbero fatti i grandi trafori alpini, non si sarebbero fatti tanti chilometri di autostrade. Poi anche queste hanno cominciato ad avere una vita difficile, vedasi il mancato completamento della Tirrenica fra Tarquinia e Cecina oppure la Roma – Latina che sarebbe indispensabile per affiancarla alla statale Pontina, trafficatissima e teatro quasi giornaliero di incidenti stradali.

  • I Cittadini con il ricorso al Tar hanno difeso la salute della gente che vive a Pontecagnano, Bellizi e Montecorvino Pugliano, hanno difeso la salvaguardia dell’ ambiente e territorio agricolo, hanno presentato esaustive perizie mediche e agronomiche e complesse documentazioni.
    Il territorio verrebbe devastato e compromesso dall’alta criticità ambientale dell’opera, da molti non conosciuta.

    Un aeroporto è una severa fonte di inquinamento, esiste un inquinamento diretto dovuto ad aerei e altri mezzi e infra strutture e un inquinamento indotto . Inquinamento la cui ricaduta è per decine di chilometri e comporterà come da progetto un peggioramento non indifferente della qualità dell’aria respirata dai cittadini.

    Ricordiamo che si tratta di sottrarre ben 56 ettari di terreni e case, pari a circa 60 campi di calcio di serie A, con grave ricaduta di inquinanti, problemi di salute e riduzione certa della qualità di vita per i cittadini che ivi risiedono.

    Ricordano i cittadini ricorrenti che l’aeroporto costa D’Amalfi , pur se con Via approvato aveva già tre importanti prescrizioni ambientali da osservare prima di qualsiasi costruzione, scaturite durante il procedimento Via .

    Tali prescrizioni furono portate in evidenza proprio dalle osservazioni presentate dai cittadini al Ministero dell’ambiente, durante il procedimento Via.

    I cittadini che hanno partecipato al ricorso non sono i più temerari, come qualche giornale descrive, ma sono solo coloro i quali hanno deciso di difendere realmente il territorio e la salute dei cittadini, di questo si parla principalmente e non di altro .

    Hanno fatto ricorso coloro che credevano in questo e coloro che non hanno avuto alcun timore di andare in giudizio contro le istituzioni e anche, cosa non meno trascurabile di questi tempi, di affrontare non piccoli sforzi economici .

    I cittadini ricorrenti hanno richiesto l’annullamento di ogni progetto da eseguire, non altro.

    Hanno richiesto la non costruzione dell’opera e l’annullamento definitivo dell’autorizzazione Via e di Compatibilità Urbanistica.

    Questo hanno ottenuto dalla sentenza del Tar.

    Al momento è ovvio che nessuno ha avuto contatti o altro , come riferisce qualche quotidiano, in quanto l’opera anche se ampiamente pubblicizzata non ha le autorizzazioni per essere costruita .

    Chiediamoci perchè hanno continuato per anni ad andare avanti pur conoscendo l’esistenza dei ricorsi contro i decreti !

    I ricorrenti non hanno fatto ricorso contro espropri o altro ma hanno impugnato al Tar i decreti ministeriali e ottenuto l’annullamento degli stessi, pertanto l’opera non ha nessuna autorizzazione per essere iniziata.

    I cittadini ricorrenti non desiderano soluzioni alternative nè al momento queste sono da perseguire.

    Inutile fare credere da parte di sindaci e istituzioni che non si vuol lasciare solo i 90 espropriati e che anzi ” i sindaci di Pontecagnano e Bellizzi vorrebbero tendere una mano “.

    Ricordo che il problema esproprio. se proprio si vuole raccontare tutta, viene dopo la eventuale vittoria delle istituzioni al Consiglio di Stato e non solo e non sarà ne breve e ne facile probabilmente.

    I cittadini preso atto del ricorso delle istituzioni soccombenti nel giudizio al Tar si presenteranno al Consiglio di Stato, avendo dato ampio mandato agli avvocati di difendere le loro posizioni.

    Nel caso dell’Aeroporto costa D’Amalfi si continua a sottolineare che il ricorso oltre a diverse situazione giuridiche, tratta dell’impatto che l’opera avrebbe sulla popolazione.

    Tratta della qualità della vita degli abitanti, del problema sorvolati e trasportati, del consumo di 56 ettari di terreno agricolo, dei danni all’agricoltura che produce quarta gamma e rucola , e non della difesa della proprietà come sembra si voglia fare credere. Tra l’altro alcuni cittadini cederebbero parte dei terreni ma ” continuerebbero a vivere in quella zona ” .

    Inoltre spesso quando si parla di criticità ambientale da aeroporto si racconta : ” allora tutti gli aeroporti dovrebbero chiudere ” ? E’ ovvio che chi scrive così non conosce le varie situazioni che subiscono le popolazioni che vivono sotto un aeroporto. E’ solo scarsa informazione.

    Basterebbe documentarsi, andare a vedere cosa si scrive a Capodichino, ad Orio al Serio, a Linate a Fiumicino dove esistono continue lotte tra sindaci cittadini e aeroporto per ridurre voli inquinamento e rumore. Pontecagnano sembra l’unica città d’Italia che gradirebbe avere centinaia di aerei sulla testa accettando anche altri tipi di rischio sorvolati.

    Purtroppo si … anche gli aeroporti davvero sono criticità ambientali serissime che producono danni alle popolazioni di diverso tipo.

    La scienza lo racconta ma non viene ascoltata , tra l’altro basterebbe leggere un master plan di un aeroporto per comprendere che molte cose sono ben scritte già su molte pagine di relazioni dallo stesso ente che propone l’opera.

  • “Repetita iuvant”. È la locuzione che mi viene in mente quando vengo a conoscenza degli interventi con cui il dr. Petrosino, prima a se stesso e poi a chi lo legge, continua a ribadire certi concetti con l’alone dell’assoluta veridicità. Nessuno può o deve impedirgli di esprimere i suoi convincimenti, purché da parte sua non si avanzi anche la pretesa dell’infallibilità, quasi fosse “ipse dixit”. Si paventa che il futuro aeroporto di Salerno Costa d’Amalfi – se alla fine vedrà la luce – sarebbe il maggior produttore di gas nocivi e inquinanti esistente; inoltre i territori circostanti sarebbero i soli a soffrire per la presenza dell’infrastruttura, sia perché penalizzati da espropri di notevoli entità sia perché importanti coltivazioni agricole nonché siti archeologici (etruschi?) perderebbero di valore, con ricadute negative sui diretti interessati. Anche la vicinanza ai centri abitati rappresenterebbe un dato di confronto da investigare. Allora, procedendo ad una accurata ricerca su quale fosse la situazione all’origine e quale quella attuale dei vari aeroporti in giro per il mondo, non sono da escludere risultati quanto meno inaspettati sotto determinati aspetti. Si dovrebbe quindi concludere che in tantissimi casi o ci sia stata carenza di controlli, o che certi sbarramenti cautelativi erano eccessivi, oppure ancora che era prevalsa una valutazione comparata fra costi e benefici, intendendo per costi non solo quelli monetari, ma anche quelli definibili in senso lato come impatti sul territorio.
    Si sostiene ora che con il ricorso al TAR si è inteso “difendere la salute della gente che vive sul posto, nonché la salvaguardia dell’ambiente e territorio agricolo, che verrebbe devastato e compromesso dall’alta criticità ambientale dell’opera”.
    Come dicevo prima, altrove i comportamenti sono stati di altro tenore.
    Tutti incoscienti e incuranti dei danni che andavano a provocare a uomini e cose??

  • Ripeto chi scrive è l’autore di due ricerche cliniche accreditate nel mondo e già molto citate. Abbiamo primi al mondo ritrovato alcuni inquinanti in ammalati di cancro e anche in tumori del testa collo. Studi presentati anche al 14 ° congresso della Sio. Mi dispiace per chi scrive ma la scienza in questo momento è espressa da me , se qualcuno vuole confutarla lo può fare ma deve pubblicare nel mondo. Se le cose non si conoscono chi scrive è pregato di documentarsi. Ritengo conclusa la cosa.

  • Concludo si … le ricerche sono recenti degli ultimi 4-5 anni , purtroppo se la scienza progredisce ma i master plan vengono redatti tenendo conto di ciò che esiste 20 anni prima la colpa non è di chi fa scienza ma di chi propone Master plan in modo sbagliato.

  • siete come i no tav ottusi e contrari per principio,dove vogliamo andare con questa gente che si oppone al progresso ed ad ogni sviluppo del territorio che anche se costa qualche sacrificio vuol dire avvicinarci un po di piu al nord

  • Ci mancherebbe che non si volesse dare credito alla scienza, specie quando registra successi nel mondo. È anche vero che sul piano scientifico occorre confutarne eventualmente la validità, “pubblicando nel mondo” Ovviamente dovrebbero farlo altri esperti della materia, in grado di sviluppare gli argomenti più idonei. Non essendo io del ramo, mi limito a evidenziare che la scienza è universale e non limitata ad una sola branchia settoriale, sia pure nobile. Quindi ogni pretesa di attribuire a questo o quel settore un alone di superiorità appare eccessivo.
    Proprio in virtù dei progressi compiuti, la scienza dovrebbe essere usata per il progresso. Se quindi il Master plan è arretrato nella sua formulazione, ci si dovrebbe adoperare perchè venga aggiornato secondo i canoni più moderni.
    Come detto in maniera tranchiant da chi mi precede, “non si può essere ottusi e contrari per principio”. E non è tanto questione di colmare in parte il divario con il Nord, quanto dotare le popolazioni meridionali, fatte tutte le necessarie verifiche normative, di strumenti che possano far migliorare le loro condizioni socio-economiche e di farle stare al passo con il progresso, come va maturando in altre parti del mondo.

  • Nel rileggere il commento del 12.06 ore 18:51, mi sono soffermato sulla frase ivi riportata: spiacente, “ma in questo momento la scienza è espressa da me”. Non so perché qualcuno si dovrebbe dispiacere. Caso mai la frase potrebbe ingenerare un senso di stupore, in quanto fa venire in mente l’espressione tradizionalmente attribuita a Luigi XIV il Re Sole: l’Ete’ c’est moi. Le vicende del sovrano assolutista francese, fatti i dovuti distinguo, dovrebbero fare meditare.

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