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Terremoto a Livorno: mezza squadra via, Spinelli non rinnova contratti

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Il Livorno è praticamente in Serie C. Parola di Aldo Spinelli, presidente labronico. E oggi ripartirà a ranghi ridotti, anzi ridottissimi: quanto accaduto nelle ultime ore ha davvero le stimmate del terremoto sportivo. La società toscana, ultimissima in Serie B a -12 dalla zona playout, ha infatti deciso che andranno via (quasi) tutti i giocatori in scadenza al 30 giugno 2020. Con qualcuno si è poi raggiunto un accordo, ma di fatto mister Filippini, che invece terminerà la stagione, potrà mandare in campo una squadra fortemente ridotta nelle scelte.

Il Livorno sa già che fine farà, le altre no

La decisione dei toscani, inevitabilmente, avrà però un impatto sulle altre squadre in corsa per i rispettivi obiettivi. Come il Trapani, prossima avversaria in lotta per la salvezza. O la Cremonese, o lo Spezia, e via dicendo. Se il Livorno è già in Serie C come ha detto Spinelli, un discorso analogo non vale per nessun’altra a parte il Benevento, già certo della A.

E inevitabilmente la decisione di non andare avanti per il tempo necessario a finire la stagione falserà il resto della cadetteria. Senza nulla togliere a chi andrà in campo, ma è facile immaginare che una squadra a ranghi ridotti possa fare meno di una che può disporre dell’organico al suo completo.

La difficile indagine della Procura Federale

Che, salvo sorprese, non andrà molto lontano. È cosa nota e anzi arcinota, ormai da tempo, che per andare oltre il 30 giugno sarebbero serviti accordi individuali. Le linee guida della FIGC sono quello che sono: linee guida, appunto. Indicazioni, condite dalla moral suasion della federcalcio ma senza alcuna possibilità di imporre qualcosa alle società o ai calciatori.

Ogni valutazione circa il rispetto dei principi di lealtà e correttezza sportiva, poi, rischia di venire meno di fronte alle motivazioni economiche. Alla oggettiva difficoltà di trovare un accordo tra chi non ha interesse a spendere soldi per un verdetto già scritto e chi non ha intenzione di accettare il rischio di lavorare gratis per due mesi, come di fatto quelle linee guida chiedono di fare. E alla consapevolezza che questo problema, per quanto complicato potesse essere, si sarebbe dovuto affrontare e valutare prima, nella sua interezza.

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