Estate 2020, langue il turismo d’arte e non solo (di Tony Ardito)

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“È necessario un intervento di terapia intensiva, per tamponare una crisi apparentemente infinita che sta gravemente compromettendo non solo le imprese della ricettività e dei servizi turistici, ma anche bar, ristoranti e negozi delle mete culturali e dei centri storici, rimasti ormai senza fiato. Imprese che devono essere sostenute più a lungo, con contributi a fondo perduto, ammortizzatori sociali e credito di imposta per gli affitti”.

Vittorio Messina, presidente di Assoturismo, mostra tutta la sua preoccupazione nel commentare i risultati della indagine condotta dal Centro Studi Turistici per Assoturismo Confesercenti sulla disponibilità di camere sui portali delle principali OLTA (On Line Travel Agency) per il fine settimana del 18 e 19 luglio.

Un weekend in chiaroscuro per il turismo italiano: le località balneari e montane tornano a veder crescere i flussi di visitatori, mentre le mete culturali rimangono in crisi, con solo il 51% delle stanze disponibili prenotate.

A soffrire sono state in particolare Roma e Firenze, dove poco più di un terzo della disponibilità (36%) risultava prenotato. Male anche Napoli (38%) e Venezia (42%); un po’ meglio Palermo (45%), Milano (46%) e Bologna (49%), mentre hanno fatto registrare risultati superiori alla media delle altre città d’arte – anche se comunque insoddisfacenti – Perugia (54%) e Matera (55%). La crisi delle città d’arte è imputabile principalmente alla mancanza del turismo straniero, che in media – durante la stagione estiva – vale circa il 68% delle presenze.

Secondo le previsioni Assoturismo-CST, nel trimestre estivo 2020 (giugno-luglio-agosto) nelle sole Roma, Venezia, Firenze, Milano e Napoli si registreranno circa 8,5 milioni di presenze in meno rispetto allo stesso periodo del 2019.

A parte lo stop al turismo straniero, l’emergenza sanitaria ha in generale modificato le scelte degli italiani in tema di viaggi. E pure se non ha frenato del tutto il desiderio di vacanza, si conferma la tendenza a spostamenti brevi – di 2 o 3 notti – scegliendo località prevalentemente marine o montane, possibilmente di breve raggio.

Così anche per il fine settimana appena trascorso; in base alle stime le destinazioni balneari risultavano le più gettonate, con un tasso di occupazione del 70% della disponibilità, mentre l’occupazione nelle strutture delle località di montagna si attestava sul 68% e quelle lacuali segnavano un tasso medio del 66%.

Numeri in risalita, anche se ancora molto lontani dai valori – per il balneare superiori al 90% – normalmente realizzati negli anni scorsi. Le altre tipologie di destinazione, invece, non mostrano purtroppo segnali di ripresa, con le località termali e collinari che registrano percentuali di occupazione (49%) ancora più basse delle città d’arte.

Tony Ardito

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