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Pensieri di una notte d’estate (di Giuseppe Fauceglia)

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L’avvicinarsi della sospensione agostana, che riguarda anche la riflessione che, con un certo tasso di caparbietà e di innato ottimismo, sottopongo ogni settimana alla attenzione dei lettori, è accompagnata da molte domande alle quali non riesco a dare una risposta convincente. Provo a sintetizzarle, girandole alla vostra attenzione.

E’ possibile che in questo Paese sono state riaperte le discoteche, si tolleri la movida più esasperata e le ammucchiate più contagiose, e, invece, si assiste alla tragicomica vicenda sull’apertura delle scuole e delle università, e ciò anche a fronte della chiusura  prolungata delle biblioteche ? in questi mesi, sono stato costretto, come tutti, a tenere le mie lezioni da remoto, senza avere nessuno scambio “dialettico” con gli studenti del mio corso: il risultato è stato che  pochi bravissimi hanno superato l’esame con il massimo dei voti, e  moltissimi,  disattenti o dediti ad altre faccende davanti allo schermo del computer e del telefonino, non hanno raggiunto il minimo della preparazione necessaria per superare l’esame (nonostante gli sforzi “didattici”).

Qualcuno ha dimenticato che le scuole e le università sono “comunità educanti” e  questa nozione  non è rinvenibile nella comunità “virtuale”, ma solo in quella “fisica” o “in presenza”, che presuppone lo scambio continuo di opinioni, domande e risposte tra docente e discente.

Invero, sono stato costretto, anche di recente, a registrare, soprattutto  da chi qualche volta non faceva lezioni neppure in presenza, il tentativo di prolungare la didattica a distanza, immemore del parziale fallimento dell’esperienza. Per quanto riguarda la chiusura delle biblioteche, necessarie per la ricerca, sono stato più fortunato, avendo a disposizione una fornita  biblioteca personale, che ho da subito  messo a disposizione degli studenti e dei laureandi,

E’ possibile che  il leader della Lega, possa tuonare contro il prolungamento dell’emergenza, quando solo l’anno scorso reclamava, tra la musica di discoteca e un sorso di mojito, pieni poteri per sé ? Non vi è dubbio che i sovranisti locali hanno come modello un esempio non certo fulgido di democrazia, come l’ungherese Orbàn e, per alcuni profili, il turco Erdogan o il russo Putin, e ciò non contribuisce certamente a rendere, come dire,  coerente e disinteressata la loro ferma opposizione ai poteri conferiti al Presidente del Consiglio.

Certo, il problema di una forte limitazione del ruolo del Parlamento esiste ed è determinante, e ciò induce molti costituzionalisti, anche in assenza di una chiara norma costituzionale,  a guardare con sospetto alla legislazione emergenziale, sino a configurare una distinzione tra stato di emergenza e stato di eccezionalità. Mi pare, però, che la situazione provocata dal coronavirus resti assolutamente inedita e sia da affrontare evitando giudizi troppo perentori.

Mi meraviglia, però, l’entusiastica adesione della maggioranza parlamentare (cosa si fa per non tornare a votare !!) a questa singolare attribuzione di poteri, che, in qualche modo, mi ricorda lo stesso entusiasmo tributato dall’Assemblea Nazionale francese alla notizia del colpo di Stato  realizzato dal Luigi Napoleone il 2 dicembre 1851.

E’ possibile in Italia sottoporre a processo l’ ex Ministro degli Interni Salvini per il caso dell’Open Arms, ovvero su una scelta “politica” condivisa da tutto il Governo ?  Resta evidente che le plurime iniziative della magistratura, che si muove lungo il collaudato modello che ha già interessato nel passato il Presidente Berlusconi, siano finalizzate a scongiurare il pericolo dell’ “uomo nero”,  ciò configurando, però, un uso politico  delle (in astratto, pur legittime) iniziative giudiziarie.

Si tratta di un tema irrisolto e che rappresenta, invece, il terreno vero su cui si misura la tenuta della democrazia e l’equilibrio tra i poteri dello Stato, e sul quale registro il più assoluto ed interessato silenzio.

Anzi, dopo il voto del Senato, che ha concesso l’autorizzazione al processo, si appalesa il tentativo del PD, che è rimasto sempre un partito giustizialista a senso unico, e del Movimento 5Stelle, accompagnato da Italia Viva – che è stata accontentata dalla designazione a qualche Presidenza di Commissione Parlamentare – pare evidente un uso politico del futuro processo, che potrebbe addirittura portare alla decadenza di Salvini dal Senato (storia già sperimentata per Berlusconi), con conseguente grave vulnus per la democrazia, specie dopo le preoccupanti rilevazioni connesse al caso Palamara.

A ciò si aggiunga l’assoluta mancanza di iniziativa di fronte alla ripresa degli sbarchi in Sicilia e su tutto il territorio nazionale, in assenza evidente di una chiara politica governativa e nel silenzio dell’Unione Europea.

E’ possibile rifiutare, e solo per motivi ideologici, i fondi del MES, quando il nostro sistema sanitario è palesemente in sofferenza e quando proprio la temuta recrudescenza del fenomeno pandemico renderebbe assolutamente necessario l’utilizzo delle sovvenzioni (sostanzialmente) a titolo gratuito poste a disposizione dell’Unione Europea ?

Debbo confessare, in modo provocatorio, che faccio il tifo per l’Olanda ed i Paesi Frugali, non riponendo alcuna fiducia sulla classe politica italiana e sulla composita maggioranza giallo-rossa (o rosa) incapace, allo stato, di progettare il futuro.

Vi sarebbero tante altre domande indotte da un Paese allo sbando, che non riesce a trovare le risorse morali e culturali per superare questo stato di crisi permanente, ma non vorrei angosciare i miei lettori, preferendo prendere una sosta accompagnata dalla lettura di qualche buon romanzo. Buone vacanze, con l’augurio di un ben risentirci a settembre.

Giuseppe Fauceglia  

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