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Università: test atenei, in era Covid matricole vogliono stare vicino casa

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Con la prova d’accesso alle facoltà di Veterinaria è iniziata il primo settembre ufficialmente la stagione dei test d’ingresso universitari a livello nazionale e locale. Un appuntamento fisso del mese di settembre che, così come sta avvenendo per il back to school, è stato stravolto dall’emergenza sanitaria. Non solo dal punto di vista organizzativo, con il quiz che verrà svolto nella sede più vicina a casa, a prescindere da quella indicata nella domanda.

Perché sono tanti i ragazzi – tra le 2.500 aspiranti matricole intercettate dal portale Skuola.net – che hanno dovuto cambiare i proprio piani o che si sono dovuti confrontare con nuovi sistemi di selezione. E molto spesso è stato proprio il Covid-19 ad aver avuto un ruolo determinante.

I test a numero chiuso nazionale avranno il proprio clou con la prova d’ingresso a Medicina domani, 3 settembre. Quasi 9 studenti su 10 cercheranno d’iscriversi nei dintorni del proprio luogo di residenza: il 70% nella stessa regione, il 17% in una regione confinante o non troppo lontana.

Una scelta, questa, che in un quarto dei casi è stata determinata proprio dai problemi generati dal virus: il 12% avrebbe voluto entrare da un’altra parte (in un ateneo più distante) ma le condizioni economiche della famiglia al momento glielo impediscono, il 13% ha paura di rimanere bloccato da un eventuale nuovo lockdown.

Numeri che al Sud, area da cui tradizionalmente partono i flussi maggiori di fuori sede, crescono ulteriormente: qui il Covid frena le ambizioni di oltre 1 ragazzo su 3 (nel 18% dei casi alla base ci sono ragioni economiche, per il 16% i timori sono di tipo logistico).

Fonte ANSA

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