Covid-19 e bambini: uno studio rivela perché si ammalano meno

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Covid-19 e bambini: la domanda è spesso una sola, perché si ammalano di meno rispetto agli adulti? Quando si parla di Covid-19, si è abituati a sentire di pazienti anziani e adulti ricoverati e infetti da Coronavirus. Pochi, per fortuna, sono i casi di bambini malati di Covid-19. Ci si chiede il perché in fase pediatrica, i bimbi sono meno vulnerabili al virus e, sino ad oggi, le risposte a tale quesito sono state fuorvianti e prive di un vero fondamento scientifico.

Ci hanno pensato gli americani con il primo studio USA che spiega, per l’appunto, il motivo per il quale i bambini si ammalano di meno rispetto a un adulto di Covid-19. Tutto dipenderebbe dalla risposta immunitaria che proteggerebbe i bimbi dall’infezione.

Scopriamo di più sui dati analizzati dai ricercatori e le motivazioni che rendono “immuni” i bambini al Covid-19.

È  americano il primo studio che confronta le risposte immunitarie di adulti e bambini con Covid-19. La ricerca, pubblicata sulla rivista Science Translational Medicine condotta da scienziati dell’Albert Einstein College of Medicine, dell’ospedale pediatrico di Montefiore (CHAM) e della Yale University, ha rilevato differenze chiave che possono contribuire a capire perché i bambini di solito hanno una malattia più lieve rispetto agli adulti.

Lo studio ha coinvolto 60 pazienti adulti Covid-19 e 65 pazienti pediatrici Covid-19 (di età inferiore a 24 anni) ricoverati presso CHAM e Montefiore Health System tra marzo e il maggio 2020.

Tra il campione sottoposto a studio, 20 dei pazienti pediatrici avevano la nuova sindrome infiammatoria multisistemica (MIS-C).  Ciò che hanno fatto i ricercatori è stato prelevare e testare il sangue dei pazienti e valutare la presenza nel sangue di diversi tipi di cellule immunitarie, risposte anticorpali e proteine ​​infiammatorie, note con il nome di citochine (queste ultime prodotte dalle cellule immunitarie).

risultati sono stati sorprendenti poiché si è visto come i bambini con Covid-19 hanno reagito decisamente meglio rispetto agli adulti nella stessa posizione.

I dati riferiti al Primo Studio USA sui bambini immuni da Covid-19

Lo studio ha prodotto dei risultati soddisfacenti poiché si è visto come i bambini affetti da sindrome MIS-C siano stati in grado di reagire prontamente al virus. In modo particolare, come si legge dallo studio scientifico ripreso dal sito Medicaxpress.com, i dati alla luce sono:

  • 22 adulti (37%) hanno richiesto la ventilazione meccanica rispetto a solo 5 (8%) dei pazienti pediatrici.
  • 17 adulti (28%) sono morti in ospedale rispetto a 2 (3%) dei pazienti pediatrici.
  • 0 decessi tra i pazienti pediatrici con MIS-C.

Al termine dello studio, uno degli autori, co-senior Betsy Herold, MD, capo di malattie infettive e vicepresidente per la ricerca nel dipartimento di pediatria di Einstein e CHAM ha dichiarato:

“I nostri risultati suggeriscono che i bambini con COVID-19 fanno meglio degli adulti perché la loro immunità innata più forte li protegge contro SARS-CoV-2, il nuovo Coronavirus che causa la malattia”.

Dallo studio americano effettuato è chiara una risposta alla domanda che noi tutti ci poniamo: perché i bambini si ammalano di meno rispetto agli adulti?

A dare una chiara risposta è stato l’autore senior del suddetto studio, il professore di immunologia e medicina presso la Yale School of MedicineKevan C. Herold, il quale ha spiegato l’unico vero motivo scientifico.

Le persone hanno due tipi di immunità: innata e adattiva. La prima, quella innata, in cui le cellule immunitarie rispondono molto più rapidamente agli agenti patogeni invasori di ogni tipo, è più robusta durante l’infanzia.

Mentre, l’immunità adattativa, è il secondo tipo di risposta immunitaria. Questa è più specifica e presenta anticorpi e cellule immunitarie che prendono di mira virus specifici o altri microbi.

Dunque, rispetto ai pazienti adulti, i bambini affetti da Covid-19 nello studio analizzato, possedevano livelli significativamente più alti di alcune citochine associate alla risposta immunitaria innata.

Questo suggerisce che una risposta innata più robusta dei bambini protegge loro dallo sviluppo della sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), che è il primo campanello d’allarme nei casi di Covid-19 gravi e spesso fatali.

Una citochina in modo particolare, nota con il nome: IL-17A, è stata trovata a livelli molto più alti nei pazienti pediatrici rispetto agli adulti. Come spiega il dottore K. C. Herold:

“Gli alti livelli di IL-17A che abbiamo riscontrato nei pazienti pediatrici possono essere importanti per proteggerli dalla progressione del loro COVID-19”.

Mentre, per i pazienti adulti si è riscontrato che questi ultimi rispondono all’infezione da Codiv-19 con una risposta immunitaria adattativa troppo vigorosa tale da promuovere l’infiammazione associata all’ARDS.

A tal proposito, il dottor K.C. Harold aggiunge:

“I nostri pazienti adulti COVID-19 gravi avevano alti livelli di anticorpi neutralizzanti (i quali impediscono al Coronavirus di infettare le cellule), suggerendo che il plasma convalescente, che è ricco di anticorpi neutralizzanti, potrebbe non aiutare gli adulti che hanno già sviluppato segni di ARDS… Al contrario, le terapie che aumentano le risposte immunitarie innate nelle prime fasi del corso della malattia possono essere particolarmente utili alla preparazione dei vaccini contro il Covid-19″.

Riferendosi proprio ai vaccini, il dottor K.C. Herold osserva che la maggior parte dei vaccini candidati per la protezione contro l’infezione da SARS-CoV-2 mirano ad aumentare i livelli di anticorpi neutralizzanti.  Si potrebbe, dunque, prendere in considerazione di valutare  vaccini che promuovono questa immunità rafforzando proprio la risposta immunitaria innata.

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