L’avvocato della famiglia ha infatti fatto sapere che l’ente ha cancellato la cifra dovuta, l’equivalente delle spese che l’omicida, nullatenente, non avrebbe potuto pagare. Somma richiesta anche in relazione a un ingente risarcimento, 626mila euro, che però la famiglia delle vittima non avrà mai dalla donna, appunto nullatenente.
Un grosso respiro di sollievo per una famiglia già enormemente danneggiata e devastata dalla perdita di un figlio. Questa legge, però, va assolutamente riformata. E’ assurdo pretendere cifre del genere dalle vittime, ed è altrettanto incredibile come questa donna, figlia di un boss, non debba pagare nulla perché risulta nullatenente. Come è possibile?” Lo ha detto Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale di Europa Verde.
ogni tanto si ragiona….
sarebbe un utile spunto per risolvere definitivamente il problema dei FINTI NULLATENENTI…centinaia di migliaia se non milioni di italiani chiamati furbetti ma che invece sono dei veri truffatori che nessuno colpisce prendendo il rdc, la naspi e le varie decine di bonus della sinistra assistenzialista…
una società civile imporrebbe di eseguire lavori socialmente utili per almeno 20/25 ore settimanali così da ripagare tutti i debiti verso lo stato, verso i creditori o verso, chi, come nel caso dell’articolo, è stato ucciso…
purtroppo no, in italia siamo finti moralisti, finte persone civili perchè secondo i più non si può obbligare qualcuno a lavorare perchè verrebbero calpestati i diritti civili.
Al contrario è segno di civiltà imporre – e spesso consentire – ai debitori di ripagare il proprio debito, anche obbligandoli a lavorare….