Abbac: turismo ko in Campania con migliaia di famiglie sul lastrico

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Campania, turismo ricettivo in ginocchio, annunciato lockdown regionale provoca decine di disdette dei pochi flussi fuori stagione che si erano riusciti ad incentivare malgrado l’aumento dei contagi e lo stato di emergenza. La crisi economica e sociale di migliaia di famiglie che vivevano di sola ricettività extralberghiera in località turistiche importanti come  la Penisola Sorrentina, Costiera Amalfitana, isole del Golfo e città come Napoli, Salerno e i capoluoghi di provincia, ed ora in difficoltà senza ammortizzatori sociali e con la beffa di non poter richiedere neppure il reddito di emergenza. Nuove povertà in località rinomate.

L’appello dell’Abbac GuestItaly

“Occorrono azioni a supporto di tante famiglie lasciate nell’oblio, l’annunciato possibile lockdown per ridurre il rischio di aumento contagi,  ha scoraggiato anche gli ultimi tentativi di proporre fine settimana per il turismo interno nazionale, cui avevamo lavorato nelle ultime settimane per garantire un minimo di opportunità ai territori che hanno potuto respirare solo ad agosto – commenta sconsolato il presidente Agostino Ingenito – Si istituisca un tavolo di emergenza e l’assessore nominato Casucci si palesi visto che finora lo abbiamo solo visto in una fotografia”.

Il comparto ricettivo è in grave crisi. Tante famiglie della Campania vivono solo su proventi della ricettività turistica, non solo microimprese come gli affittacamere e case vacanze professionali, ma anche migliaia di famiglie che con un bed and breakfast o un appartamento vacanza si garantivano redditi utili per sopravvivere.

Se si aggiunge il plotone dei tanti che negli ultimi anni avevano investito sugli immobili ad uso turistico, effettuando mutui e prestiti per acquisti e gestione, la situazione rischia di essere esplosiva. In tanti non possono neppure accedere al reddito di emergenza o di cittadinanza perché in possesso di un immobile e con un’Isee che tiene conto però di redditi dello scorso anno.

“Stiamo assistendo centinaia di famiglie che ci chiedono come andare avanti, in tanti erano anche lavoratori stagionali che però non sono riusciti ad avere un contratto e non hanno dunque alcun ammortizzatore sociale – commenta Ingenito che è anche il delegato sindacale dei lavoratori e professionisti del turismo per la Cisal – Sono in tanti che ci chiedono come interrompere mutui e prestiti ma avendoli sottoscritti come persone fisiche non possono cogliere opportunità concesse a talune imprese.

E non va meglio per le microimprese come affittacamere e case vacanze professionali che con le restrizioni imposte, pur adeguandosi a tutte le prescrizioni, non sono riuscite più a reggere. Occorrono strategie e azioni da compiere urgentemente per trovare soluzioni tampone in attesa di una ripresa del turismo che secondo le previsioni non potrà avvenire prima del 2022.

“Noi non ci arrendiamo e cercheremo di resistere, proprio in questi giorni abbiamo lanciato soggiorni di turismo di prossimità regionale e in sicurezza anticovid ma è davvero difficile ora proporli con questi aumenti di contagi e il rischio di una serrata territoriale”.

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