Pedopornografia, maxi operazione dal Friuli che coinvolge anche la Campania: 13 denunciati

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“Una maxi operazioni partita dal Friuli Venezia Giulia su materiale pedopornografico trovato in rete ha coinvolto diverse regioni fra le quali la Campania.

Sono 13 le persone finite nei guai, e ci auguriamo che paghino amaramente. Sono dei criminali pericolosi che vanno sbattuti in galera. Complimenti alla Polizia Postale che è riuscita a portare a termine l’operazione e cha ha dimostrato, per l’ennesima volta, che in rete l’anonimato ormai non esiste. Chi crede di poter fare i propri comodi, celandosi dietro ad uno schermo, ha fatto male i propri conti.

E’ tutto visibile e tracciabile per le forze dell’ordine. I cittadini che vengono, per un motivo o un altro, a conoscenza di pagine social o piattaforme che contengano materiale pedopornografico o che possa causare danni alle persone, soprattutto minorenni, devono immediatamente denunciare alle forze dell’ordine.

Solo pochi giorni fa, grazie alle segnalazioni di una mamma, abbiamo denunciato una pagina Instagram, ‘zozze di Napoli’, che pubblicava, foto e video, di ragazze e ragazzi, anche minorenni, ripresi in atteggiamenti intimi all’insaputa dei protagonisti. E’ nostro compito impedire la diffusione di certi contenuti che, spesso purtroppo, causano danni enormi alle persone coinvolte.

Come nel caso di Tiziana Cantone, che tutti ricordiamo bene”. Lo hanno dichiarato il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli, e il conduttore radiofonico Gianni Simioli, che hanno raccolto nei giorni scorsi delle testimonianze di una mamma e di una ragazza nel corso della trasmissione La Radiazza su Radio Marte oggetto anche di una denuncia alla polizia postale.

“Mia figlia è venuta tremando da me con il cellulare in mano – ha dichiarato alla radio mamma Corinne – mostrandomi questa pagina Instagram “Zozze di Napoli” il cui  sottotitolo è “sveliamo le zozze di Napoli” dove si vedono scene di ragazzini che hanno rapporti intimi parzialmente censurati. In privato altri richiedevano i  video senza censura.

Non oso immaginare cosa possa accadere alle ragazze che hanno la sventura di finire dentro questo meccanismo che ho voluto pubblicamente denunciare. Anche se mia figlia non è coinvolta non è possibile far finta di niente di fronte a questo schifo e bisogna evitare nuovi drammatici casi come quello della povera Tiziana Cantone”.

 

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