Ass. Io Salerno: ‘Pino, ma quanto ci costi ?’

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Non ci sorprende che gli alberi possano cadere a causa di eventi ‘esagerati’. E sappiamo bene che, laddove esposti ai ‘quattro venti’, essi sono a maggior rischio rispetto a quelli protetti da fabbricati e strutture circostanti. Almeno, di regola, questo accade.

Epperò, nella nostra Città, un buon numero di piante distrutte dalle bufere degli ultimi anni erano nelle strade e nelle piazze interne. E, allora, perché sono cadute?

Secondo gli esperti, la forza di una pianta dipende da una corretta manutenzione e, quindi, da una regolare ‘potatura’, fatta almeno una volta l’anno per eliminare rami e chiome in eccesso, in aggiunta ad una ‘puliziadel tronco per scongiurare attacchi di patogeni e inquinanti. Un albero non curato ‘vive’, ma ‘male campa’. E muore prima.

In realtà, la vera difesa deve iniziare già con la scelta di essenze adatte ai luoghi e con la messa a dimora in ‘letti’ profondi, di dimensioni adeguate, per evitare la risalita delle radici con i cordoni di ancoraggio al di fuori dell’asfalto ovvero con il sollevamento della sede stradale. Da noi, purtroppo, ci sono molti esempi della specie. Il più evidente è quello delle palme della zona industriale, posizionate troppo vicine, in spazi molto ristretti e poco profondi. Forse, quel giardiniere avrebbe dovuto fare un altro mestiere. O, forse, sapeva fare fin troppo bene il suo.

Certo, la cura degli alberi è costosa. Ma è necessaria. Perché assorbono l’anidride carbonica e restituiscono ossigeno per la respirazione. 0gni albero cattura dai 20 ai 160 Kg. di anidride carbonica per anno (quercia, platano, cedro), assorbe circa 1 Kg. di polveri sottili per anno e produce fino a circa 30 litri di ossigeno al giorno (fonte: greenme). Migliorando la qualità dell’aria, le piante contrastano le patologie respiratorie, le malattie cardiache, il diabete, le disfunzioni metaboliche, stabilizzano la pressione e il livello di stress. Una passeggiata in un bosco fa più effetto di un antidepressivo o di un aerosol. E, non è finita. Perché mitigano il clima, accolgono gli uccelli, frenano il vento, trattengono le frane, offrono riparo dal sole, elevano l’immagine e la qualità urbana.

Per tutto questo, la presenza del verde è disciplinata dalla legge. Le principali norme dispongono parametri minimi per la salute (DM 02/04/68 n. 1444), l’obbligo del ‘Bilancio Arboreo’ per i Comuni con oltre 15.000 abitanti (D.Lgs. 14/03/13 n. 33 – delibera ANAC 13/03/19 n. 193) e la messa a dimora annuale di una piantina per neonato nella ‘Giornata degli Alberi’ (L. 29/01/92 n. 113 modificato dalla L. 14/01/13 n. 10).

In Città, dopo l’ultima ‘mattanza’ fatta dalla tromba d’aria, abbiamo ascoltato parole rassicuranti sulla cura riservata al verde urbano e sul pronto recupero delle aree danneggiate dall’evento. Tuttavia, non è negabile che le condizioni generali dei nostri giardini evidenzino varie criticità e che in molte aree ci siano alberi con chiome enormi per l’assenza della ordinaria manutenzione.

Così, abbiamo ritenuto opportuno approfondire ricorrendo ai mezzi di informazione e al sito web dell’Ente.

Sull’esito dell’indagine ci è d’obbligo formulare ogni riserva. Leggendo, si capirà il perché.

Nelle tabelle di accompagnamento alla revisione 2018 del PUC, sono dichiarati presenti ‘parchi urbani’ per 1.437.751 mq. e ‘aree a verde attrezzato’ per 1.257.563 mq.. Nel ‘Bilancio arboreo’ del Comune, revisione 2016, risultano catalogati n. 20.365 piante al 31/12/15 (fonte: Comune). Di queste, secondo notizie informali, solo poco più del 10% sarebbe stato “monitorato”, cioè sottoposto alla verifica dello stato di salute.

I ‘parchi urbani’ sono tre: l’’Irno’ di 27.726 mq., il ‘Montestella’ di 1.216.600 mq. e il ‘Castello’ di 193.425 mq.. Non ci risulta che la manutenzione sia stata appaltata a terzi e, quindi, potrebbe essere effettuata direttamente dall’Ente. Ci permettiamo osservare che il ‘Montestella’ è bruciato ancora un volta, quest’anno, e che non si hanno notizie sulla concreta fruibilità degli altri due. Funzionano per davvero?

Il ‘verde attrezzato’ comprende tutto il resto. Ci sono i pochi mq. di slarghi e marciapiedi, le rotatorie della tangenziale, il ‘Vestuti’ (mq. 20.639), il ‘Masso della Signora’ (25.795), bruciato pure quest’anno, il ‘Campo Volpe’ (21.633), la ’D’Agostino’ (308.081), il ‘Pinocchio’ (17.128), il ‘Mercatello’ (85.495), il ‘Galiziano’ (7.783), il ‘Seminario’ (25.872), la ‘Villa’ (15.456), e addirittura le rovine del ‘PalaSalerno (!)’ (21.541). E, ancora, Lungomare, LungoIrno, Ostaglio, Fuorni e così via (fonte: Comune).

Per la manutenzione di queste aree sono state disposti tre appalti, due dei quali riservati a Coop. di tipo ‘B’ – soggetti svantaggiati (fonte: Comune).

Il primo di essi, del Marzo 2019, riguardava sette aree, per oltre 30.000 mq., con base di € 286.116,88 netto IVA. Il secondo, del Settembre 2019, era relativo a sette parchi (ex Salid, Bracciante, Buongiorno, Seminario, Mercatello, delle Rose, Carnelutti), e altre aree per 73.000 mq., con base di € 791.492,75 netto IVA. Entrambe le gare, però, risultano tuttora sospese a seguito del blocco disposto da Anac, Agenzia Anticorruzione, per presunta violazione della libera concorrenza. Sarebbero anche in corso indagini da parte della Magistratura (fonti: Comune-Zerottonove-SalernoToday-AgroToday e altre). Così, la manutenzione è stata assegnata ad alcune Coop. in via provvisoria e per prestazioni minime. Invero, guardando le rovine del ‘Seminario’, del ‘Mercatello’ e di altro ancora, sembra proprio che non tutto stia andando per il meglio.

Il terzo appalto, in forma di ‘Accordo Quadro’, cioè per forniture secondo il bisogno, comprendeva tutte le rimanenti aree verdi, divise in tre lotti funzionali, con una base di complessivi € 220.800,00 netto IVA, pari a € 73.600,00 per ciascuno di essi (fonte: Comune). Hanno vinto tre imprese, di cui una non inserita tra le invitate per errore (fonte: z.o.n.), che hanno offerto ribassi pressoché identici (!), circa il 55%, e cureranno quindi ciascuna area per l’importo annuo di circa € 40.500,00 (€ 73.600,00×55%). Cioè, per tutti i lotti sono € 121.500,00 netto IVA. E, allora, facciamo ‘due conti’.

Premesso che nel prezzario di gara la potatura è compresa tra € 70,85 (piante piccole) e € 779,72 (grandi), considerato che ci sono almeno 20.765 alberi e ipotizzato uno scarto cautelativo del 20%, la sola potatura di tutti costerebbe € 1.176.000,00 ((20.765-20%)x70,85). Vogliamo ridurre al 50%? Sarebbero € 588.000,00. Al 25%? € 294.000,00. E, quindi, con le somme stanziate, come possono stare in salute gli alberi della Città?

Infine, con una ulteriore procedura di ‘Accordo Quadro’, l’Ente ha messo a gara l’acquisto di alberature con base di € 120.967,00 netto IVA, ricorrendo ad un mutuo CCDDPP ((fonte: Comune). La ditta prescelta ha offerto il ribasso del 52%, cioè € 62.900,00. In sostanza, forse si possono comprare 400 piante, neppure sufficienti a coprire i vuoti presenti un poco dappertutto.

Su tutto questo, ci auguriamo di essere smentiti, in tutto o in parte. Chiederemo scusa.

Se, però, questi dati fossero conformi al vero, come pensiamo, perché sono su siti ufficiali, dovremmo cominciare a guardare con seria preoccupazione tutte le alberature della Città, comprese anche quelle di molti spazi privati. Tra questi, proprio nel rione Torrione devastato dalla tromba d’aria, c’è la ‘Caserma Cascino’ con i suoi alti pini. Dobbiamo temere l’intervento dei ‘taglialegna’? Quanto potrà mai costare, allo Stato, la messa in sicurezza di un Pino con una semplice manutenzione?

Abbiamo trovato un giardino e lo stiamo trasformando in un deserto. E neppure pensiamo che lasciar morire il verde equivale a distruggere la vita proprio di coloro ai quali l’abbiamo donata con amore.

Sarebbero giustificati, se dovessero toglierci il ricordo e il rispetto. Anzi, sarebbe il minimo.

Questa Città ha bisogno di amore.

e.mail: associazione.iosalerno@gmail.com

pagina fb: Associazione io Salerno

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