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Speranza: “Non c’è alternativa alla via della precauzione per contrastare il virus”

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Si possono avere opinioni differenti sulle scelte che abbiamo compiuto ma per favore non capovolgiamo la realtà. Andando oltre inutili polemiche tutti dobbiamo trarre una lezione tanto evidente quanto amara: senza consistenti limitazioni dei movimenti e rispetto delle regole la convivenza con il virus fino al vaccino è destinata ad un clamoroso fallimento”.

Il ministro della Salute Roberto Speranza riferisce nell’Aula della Camera sulle misure dell’ultimo Dpcm sull’emergenza Covid.

“Non c’è un’altra strada, la via della precauzione è una via obbligata per arginare la pandemia. I numeri continuano ogni giorno drammaticamente a crescere e sono oltre 1,2 milioni di morti nel mondo, in Europa, ha aggiunto, sono 294.622 le persone che non sono riuscite a sconfiggere il virus, i casi confermati sono 11.863.793 e c’è un contagiato ogni 37 persone, cifre che parlano da sole e danno il senso della gravità della situazione. Questo Dpcm è in piena continuità con le misure che il governo ha tenuto finora, un filo comune che unisce tutti i provvedimenti ed è il primato della tutela delle persone, un principio di precauzione evitando che il Ssn venga travolto”.

“In tutte le fasi del nostro lavoro c’è stato il pieno coinvolgimento delle istituzioni scientifiche cosi come delle Regioni – ha spiegato il ministro -. I criteri di monitoraggio su 21 parametri sono stati condivisi con le Regioni in due incontri, e da 24 settimane i parametri di riferimento vengono utilizzati senza che mai le Regioni abbiano portato obiezioni”. Di più: “Il documento da cui derivano le scelte di fondo poste alla base del Dpcm è stato redatto da un gruppo di lavoro con Iss e la stessa Conferenza delle Regioni. I dati posti alla base sono forniti dalle stesse Regioni”. Quindi, aggiunge: “Non può essere questo il terreno dello scontro politico”.

ll virus, sottolinea Speranza, “non ci dà tempo, se non lo contrastiamo dilaga. In sole tre settimane ad ottobre siamo passati a 20mila contagiati, non possiamo avere incertezze. Il governo si è assunto fino in fondo la sua responsabilità. Per me non è un merito ma un atto dovuto”. “Se non pieghiamo la curva il personale sanitario non reggerà l’onda d’urto. Il personale è la questione più importante. Non dobbiamo perdere tempo in polemiche ma dobbiamo lavorare insieme”, ha detto il ministro della Salute. “Ci aspettano mesi non facili ma abbiamo la forza per piegare nuovamente la curva”, ha aggiunto.

“Lo spirito con cui ci muoviamo è l’esatto opposto rispetto ad uno spirito punitivo verso le Regioni – ha spiegato Speranza -. Sappiamo che le misure comportano sacrifici ma non abbiamo alternative se vogliamo superare questa fase. E’ vero che sono tanti i casi asintomatici ma questa volta sono colpite tutte le Regioni”. “Il virus circola in tutto il paese ed essere in zona gialla non significa essere in un porto sicuro. Se continua ad alzarsi il numero di contagiati, inevitabilmente aumenteranno le terapie intensive e i decessi”.

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