Covid, richiamo all’unità dei medici di famiglia. FIMMG: «No a spaccature»

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«Le immagini delle ambulanze in fila davanti dagli ospedali fanno certamente rabbrividire, ma non ci dimentichiamo che per quei 2.000 pazienti ricoverati, dei quali si occupano i medici ospedalieri, ce ne sono circa 20.000 che trovano cura grazie al lavoro dei medici della medicina generale.

I dati che arrivano dal territorio, anche dal confronto con le cooperative dei medici della Asl Napoli 2 Nord, dei territori della provincia, dal Nolano alla Penisola Sorrentina, la zona Vesuviana e l’intera Città Metropolitana, ci confermano un importante incremento dei pazienti gestiti in sorveglianza domiciliare. Pazienti che, pur paucisintomatici o asintomatici, hanno bisogno di un continuo monitoraggio e confronto con il proprio medico di famiglia. Invece di polemizzare e demonizzare una categoria, sarebbe meglio concentrasi sull’assistenza».

Luigi Sparano e Corrado Calamaro (FIMMG Napoli) intervengono sul tema delle cure territoriali, dibattito con il quale nelle ultime settimane si sta cercando di trasformare i medicina generale in capri espiatori di una situazione ormai al limite. «Ci lascia sgomenti – dicono Sparano e Calamaro – leggere dichiarazioni di colleghi e responsabili di servizi essenziali con le quali si lascia quasi intendere che la medicina di famiglia sia assente in questa battaglia. È bene ricordare che sia con gli studi sul territorio, che con le visite domiciliari, i medici di medicina generale della Campania hanno in carico circa 20.000 pazienti Covid.

Ed è proprio grazie al rapporto diretto, agli strumenti di telemedicina e alla capacità di gestire la malattia se il sistema ospedaliero sino ad oggi ha retto nonostante i numeri». Dai medici della FIMMG arriva poi un richiamo all’unità: «Davanti a questo virus e ai cittadini – concludono Sparano e Calamaro – avrebbe molto più senso mostrarsi ed essere uniti, gli ospedalieri come i medici di medicina generale, gli infermieri, gli Oss e tutti gli operatori del servizio sanitario regionale stanno facendo un lavoro massacrante ed encomiabile. Comprendiamo la frustrazione, anche perché è la stessa con la quale spesso dobbiamo fare i conti noi medici di medicina generale, ma creare polemiche fondate sul nulla non migliorerà le cose».

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