La gentilezza non passa mai di moda, anzi (di Tony Ardito)

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Il 13 novembre si è celebrata la Giornata Mondiale della Gentilezza. InfoJobs – piattaforma italiana dedicata alla ricerca di lavoro online – ha realizzato una indagine sulla gentilezza al lavoro, intervistando 1.953 lavoratori dai 18 anni in su.

Secondo il 64,3% c’è sempre spazio per la gentilezza, anche se un 25,4% crede dipenda da contesto, ruolo e settore lavorativo, e un 10,2% invece considera l’ambiente di lavoro troppo competitivo e quindi non adatto ad atteggiamenti gentili. Il 65% degli intervistati la considera un punto di forza; per il 20% è addirittura un elemento imprescindibile.

Per il 6,2% è un’illusione, una debolezza (1,5%), o una tattica per trarne vantaggi (7,4%). Il 41% dichiara di avere un leader gentile, per il quale fare squadra e gentilezza sono elementi chiave onde ottenere risultati, mentre per il 41,5% il proprio capo non considera la gentilezza un elemento importante e addirittura il 17,5% ha un superiore che premia un clima rigoroso, credendolo più funzionale.

Il supporto nelle difficoltà o nella distribuzione dei carichi di lavoro (61%) è la principale manifestazione di gentilezza tra colleghi, seguita dalla condivisione di successi e fallimenti (20%).

Seguono a grande distanza l’ascolto, l’essere presenti e disponibili verso i colleghi per evitare che i problemi personali interferiscano nel lavoro (9%) o ancora piccole attenzioni quotidiane come offrire un caffè (10%).

La pandemia ha reso tutti più buoni, infatti gran parte degli intervistati conferma di aver compiuto negli ultimi sei mesi gesti gentili nella quotidianità, in primis verso i colleghi (63,5%), ma anche nei confronti del capo (7,4%).

Alcuni però hanno subìto maggiormente la pressione, dichiarando di non avere fatto gesti gentili, per la perdita di empatia (26%) perlopiù dovuta alla riduzione delle occasioni di socialità e di incontro.

Il 24% afferma di lavorare in un ambiente nel quale la gentilezza è promossa attivamente con attività di team building o iniziative volte alla socialità tra colleghi, per il 26,1% invece viene incentivata ma solo a parole, per il 32,6% la propria azienda non la considera importante e infine per il 17,3% viene demandata al singolo.

In merito alle future aspettative nei confronti della propria azienda, il 36,1% sostiene che la gentilezza sarà una consapevolezza sempre più acquisita: quanto più il lavoratore si sentirà apprezzato, tanto più alta sarà la sua dedizione al lavoro e di conseguenza la sua produttività.

Più pessimista la maggioranza del campione: il 18,2% pensa che se si troverà spazio per la gentilezza, sarà puramente per una questione di apparenza e reputazione; mentre per il 45,7% la propria azienda continuerà a sostenere un clima rigoroso e competitivo, perché visto come più utile alla produttività.

Al di là di numeri, statistiche o dei contesti nei quali ci ritroviamo, la gentilezza ci aiuta e migliora sempre; da essa sì che val la pena lasciarsi contagiare.

di Tony Ardito

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