Covid, lo studio choc francese: “Pochi i fumatori ricoverati”

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L’ipotesi sta agitando gli ambienti scientifici: la nicotina potrebbe avere un effetto protettivo nell’infezione da coronavirus. Gli studi avviati all’ospedale parigino di La Pitié-Salpêtrière a fine marzo sono giunti ai primi risultati e stravolgono le convinzioni scientifiche sostenute dalla maggior parte dei virologi secondo cui fumo e obesità sono i fattori che aumentano la letalità del Covid-19.

Diversi studi internazionali hanno riscontrato un basso numero di fumatori tra i pazienti ricoverati e da qui sono partiti i ricercatori per cercare di fornire una risposta scientifica. Nell’ospedale di Pitié-Salpêtrière è stato avviata una sperimentazione con cerotti alla nicotina su 350 pazienti ricoverati e 150 malati seguiti a casa. Ad aver spinto gli studiosi ad approfondire l’ipotesi, il fatto che tra i pazienti degli ospedali di tutto il mondo ci fosse un numero ridotto di fumatori abitudinari: «Solo il 5% aveva una dipendenza da tabacco», afferma Zahir Amoura, professore di medicina interna e autore della ricerca. «L’osservazione epidemiologica mostra che il fatto di fumare rende meno frequente l’infezione sintomatica da Covid». Dopo il via libera definitivo ai test da parte del ministero della Salute francese, il team di Amoura ha applicato patch alla nicotina con dosaggi diversi e con tre modalità diverse: preventiva per capire se possono funzionare per proteggere il personale medico-sanitario; terapeutica su pazienti ricoverati per cercare di diminuire la sintomatologia e sui pazienti gravi in rianimazione. Sempre secondo il neurobiologo francese, i pazienti fumatori ricoverati rischiano il deteriorarsi delle condizioni di salute anche a causa dello stop obbligato e immediato all’assunzione di tabacco, un effetto che sarà verificato durante studio. Numeri alla mano, «tra i fumatori ci sarebbe 80% di pazienti Covid-19 in meno rispetto al resto della popolazione generale dello stesso sesso e della stessa età», sottolinea Amoura, neurobiologo di fama mondiale, esperto dei recettori della nicotina, la cui ultima ricerca è stata pubblica sui “Comptes rendus de biologie” dell’Accademia delle scienze, di cui fa parte.

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