Fontana: «Lombardia in zona arancione». Manca solo l’ufficialità

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La Lombardia passa in zona arancione, ormai manca solo l’ufficialità. Ad anticipare la decisione del governo, a conferma di un’impressione che circolava da giorni alla luce dei dati del contagio in miglioramento, è il governatore Attilio Fontana, con un post sui social: «Grazie ai sacrifici dei lombardi, apprezzati i dati epidemiologici, ora siamo in zona arancione e potremo riaprire gli esercizi commerciali. A breve la decisione del governo». Insomma, dopo tre settimane in zona rossa, la Lombardia è pronta ad entrare nella nuova fase della zona arancione. Anche la ministra della famiglia Elena Bonetti, su Rai 1, dichiara: «Ci possiamo aspettare come lombardi un miglioramento per entrare in zona arancione».

Il dibattito

Dopo le polemiche, seguite all’ipotesi che il governo fosse orientato a mantenere la regione in zona rossa fino al 3 dicembre, la trattativa avviata con il ministro della salute Roberto Speranza avrebbe portato all’esito sperato dal presidente Attilio Fontana. Nelle scorse ore era intervenuto nel dibattito anche il leader della Lega Matteo Salvini, invitando il governo a prendere atto dei «dati sanitari evidenti» che giustificano il declassamento dalla fascia di maggior rischio per il Covid, mentre anche il sindaco (PD) di Milano Giuseppe Sala ha chiesto «chiarezza» sui parametri per decidere la classificazione della regione.

Cosa cambia

Cosa comporta il passaggio in zona arancione? Gli spostamenti all’interno del proprio comune di residenza torneranno liberi, dalle 5 di mattina alle 22, orario in cui entra in vigore il coprifuoco nazionale. Rimarranno le attuali limitazioni sugli spostamenti fuori comune e fuori regione, che devono essere sempre motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute o di studio, ma anche per usufruire di servizi che non sono disponibili nel proprio comune, con autocertificazione.

Riapriranno i negozi, non solo quelli che vendono beni essenziali, mentre resteranno chiusi bar e ristoranti, con asporto consentito fino alle 22 e consegna a domicilio senza restrizioni, così come si tornerà alla chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi ad eccezione di farmacie, parafarmacie, punti vendita di generi alimentari, tabaccherie ed edicole al loro interno.

Nelle scuole la didattica a distanza rimarrebbe limitata alle sole scuole superiori, mentre sarebbe in presenza per scuole dell’infanzia, scuole elementari e per l’intero ciclo delle scuole medie, mentre oggi, in zona rossa, la seconda e la terza media fanno esclusivamente lezioni a distanza.

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