Covid, cosa succederà dopo feste natalizie? Panorama a tinte fosche

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Come si sa questo inizio d’anno per l’Italia è cominciato in zona rossa, con le norme restrittive anti contagio imposte dal governo ancora in vigore per scongiurare una terza ondata di coronavirus. Il Paese dovrà rispettare queste regole fino a mercoledì 6 gennaio, con la sola eccezione di lunedì 4 gennaio (zona arancione). Giovedì 7 gennaio, poi, come si ricorderà, cesseranno le restrizioni del Natale 2020; fra due settimane, invece, venerdì 15 gennaio, scadranno gli effetti del DL 158 del 2 dicembre e del Dpcm 3 dicembre, e ci si domanda: cosa accadrà dopo? A quali attività sarà consentita la riapertura e in quali aree si troveranno le regioni italiane?

La chiusura di teatri, cinema, palestre e piscine potrebbe continuare anche dopo le festività. A minacciare la possibilità di riaprire, il timore di una terza ondata e degli effetti della variante inglese scoperta nelle scorse settimane.

Per quanto riguarda le scuole è stata individuata la data del 7 gennaio per la ripresa della frequenza in presenza al 50%. Proprio ieri, mentre il consulente del ministro Speranza, Walter Ricciardi, auspicava di tenere ancora chiuse le scuole, il Viminale, in una nota, ha annunciato che “le prefetture hanno adottato i documenti operativi all’esito dei lavori dei tavoli di coordinamento scuola-trasporti istituiti in tutte le province in vista della ripresa”. In Campania, va detto, che il presidente De luca ha già precisato che «si devono valutare i dati e l’idea di far rientrare in presenza il 50% degli studenti è un’idea che la Campania non condivide. Valutiamo un passo alla volta, ma certamente non mandiamo in blocco il 50% degli studenti a scuola».

Poi ci sono le attività produttive: per i bar e i ristoranti rimarrà in vigore il sistema delle zone gialla, arancione e rossa e quindi gli esercizi potranno aprire fino alle 18 se nelle aree con minori restrizioni oppure potranno solo fare servizio d’asporto e consegna a domicilio negli altri casi. Ma sarà necessario valutare i numeri dell’emergenza. E i numeri del primo dell’anno non fanno presagire niente di buono: sono ancora 22.211 i positivi registrati nelle ultime 24 ore, mentre continua a salire il tasso di positività che si attesta al 14,1% rispetto al 12,6% di ieri. Sono stati 157.524 i tamponi effettuati nelle ultime 24 ore.

E intanto arriva da un documento delle regioni la richiesta, ora al vaglio dell’Iss, di apportare alcuni cambiamenti che potrebbero influire sui 21 indicatori per stabilire l’assegnazione delle zone (gialla, arancione, rossa) nell’ambito del monitoraggio della cabina di regia. Tra questi, un diverso metodo di calcolo dei tamponi antigenici e molecolari effettuati, che potrebbe poi influire sul tasso di positività. Ad essere rivalutata potrebbe essere anche la definizione dei ‘casi’ e strategie di esecuzione dei test.

Il 31 gennaio, inoltre, è scaduto lo stato di emergenza, prorogato dal Consiglio dei ministri il 7 ottobre. E non è esclusa un’ulteriore proroga.

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