Covid, Germania in ginocchio. Fallito modello Merkel. Simile a situazione Veneto

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Le 36.537 vittime registrate dall’inizio dell’epidemia fanno tremare la Germania che ha appena esteso al 31 gennaio il lockdown, allungandolo di tre settimane. La Germania virtuosa a inizio pandemia e anche nelle prime fasi di questa seconda ondata si ritrova spaventata e impotente di fronte a un virus che non guarda in faccia nessuno.

La Germania, con l’Italia, è il Paese dall’età media più avanzata d’Europa. Se nella prima ondata i focolai erano in famiglie che tornavano dalle vacanze in montagna e in feste di carnevale con età media dei contagiati bassa, nella seconda ondata il virus è arrivato anche nelle Rsa. Un altro fattore che spiega l’attuale alta mortalità tedesca è il fallimento degli uffici sanitari locali a portare avanti il tracciamento dei contagiati. Soltanto a metà dicembre il Paese nel suo complesso ha adottato un lockdown duro.

I ritardi nelle chiusure

In qualche modo l’epilogo della Germania assomiglia a quello che sta succedendo in Veneto, passato da modello a «osservato speciale». Il Veneto, in tutte queste settimane di restrizioni è sempre stato considerato zona gialla. La Regione ha pagato la tenuta del proprio sistema sanitario e la capacità di tracciamento territoriale, così da non finire mai in zona arancione. E il virus ha continuato a circolare con tante persone in giro che chiacchierano, vanno dei negozi, fumano stando tutti appiccicati.

Solo nel periodo di Natale anche il Veneto ha seguito le restrizioni decise per il resto d’Italia con l’alternanza di zone rosse nei giorni festivi e arancioni. Nella Regione inoltre sono stati eseguiti tamponi rapidi invece che molecolari su personale ospedaliero. Probabilmente sia Veneto che Germania avrebbero dovuto chiudere prima perché arriva un momento in cui la crescita dei casi non si riesce più a contenere nonostante gli sforzi. Se il virus circola troppo ogni sistema, anche il più virtuoso, salta.

Il calcolo è stato fatto da uno studio della Columbia University di New York sulla prima ondata che ha dimostrato come lo stesso intervento applicato solo 1-2 settimane prima, sarebbe bastato a evitare a livello nazionale il 61,6% delle infezioni e il 55,0% dei decessi segnalati al 3 maggio negli Usa. «In Veneto il virus è entrato prepotente anche nelle Rsa e ospedali ed è un dato cruciale per la diffusione della pandemia».

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