Pandemia: identikit degli italiani alle prese con l’igiene su luoghi di lavoro

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Italiani: un popolo di igienisti e super-attenti. È quanto emerge dall’indagine[i] condotta da BVA-Doxa per conto di Rentokil Initial, leader mondiale in servizi di disinfestazione, disinfezione e servizi per l’igiene.

Gli aspetti di approfondimento della ricerca si sono concentrati su come l’emergenza sanitaria legata al COVID-19 abbia influito sull’importanza percepita della puliziae disinfestazione nei luoghi di lavoro e quanto i lavoratori italiani diano importanza all’igiene in questi ambienti, senza dimenticare il ruolo chequesti servizi, fondamentali per la salute, ricoprono anche nella gradevolezza degli ambienti e sulla produttività lavorativa.

Complice la pandemia, gli italiani si sono rivelati molto sensibili a tutti gli aspetti indagati dalla ricerca, che ha evidenziato quattro profili: preparati, esigenti, insoddisfatti edeco-friendly.

  1. I PREPARATI/SICURI – Sono circa il 24% degli intervistati, pari a circa 4,4 milioni di italiani occupati, prevalentemente uomini che vivono nelle regioni del Nord Ovest, tra i 35 e i 44 anni.

Lavorano in punti vendita o in strutture ospedaliere e dichiarano che l’attenzione all’igiene personale e delle mani è da sempre alta sia da parte delle aziende che dei lavoratori stessi, sia prima che dopo il periodo di emergenza dovuta al virusSARS-CoV-2.

L’elevata attenzione all’igiene personale presente già prima dell’emergenza fa sì che, ad eccezione del distanziamento sociale, non ci saranno particolari differenze comportamentali nelle fasi successive. Ritengono però che le aziende dovrebbero impegnarsi di più nel far rispettare il distanziamento sociale, igienizzare i bagni e disinfettare gli spazi comuni (72%).

  1. GLI ATTENTI/ESIGENTI – È il gruppo a cui appartengono 3,6 milioni di lavoratori, il 20% della popolazione intervistata. Anche in questo caso si tratta in prevalenza di uomini nella fascia d’età tra i 55 e i 60 anni, residenti nel Nord Ovest. Se prima del COVID-19 erano molto attenti principalmente all’igiene dei sanitari, ora lo sono anche per l’igiene delle superfici (50%) e delle mani (49%). Non cambieranno le loro abitudini forse, ma richiedono più attenzione da parte dei datori di lavoro che non mostravano sensibilità verso l’igiene già da prima dell’emergenza: hanno sperimentato infatti la presenza di diversi insetti nel luogo di lavoro e sono molto infastiditi dai cattivi odori e dai residui di cibo.

Pest e Hygiene, le abitudini degli italiani nei luoghi di lavoro, Indagine demoscopica realizzata da BVA-Doxa per Rentokil Initial attraverso 1.000 interviste online su un campione nazionale rappresentativo della popolazione italiana occupata di 35-60 anni. Le interviste sono state condotte dal 29 maggio al 10 giugno 2020.

GLI INSODDISFATTI –Quasi 3,3 milioni di italiani occupati (il 18% della popolazione tra i 45 e i 54 anni) appartengono a questo gruppo: sono sia uomini (49%) che donne(51%), residenti nelle regioni del Nord Est, del Sud e delle isole. Dichiarano di essere sempre stati attenti all’igiene della persona – anche se un po’ meno di quella specifica delle mani – ma fanno notare che le aziende in cui lavorano non si siano mai particolarmente preoccupate dell’igiene sul luogo di lavoro.

Ritengono molto importante averepavimenti puliti e scrivanie igienizzate.Sono infastiditi dalla scarsa pulizia dei luoghi (71%), dalla scarsa igiene da parte dei colleghi (81%) e dal cattivo odore (79%). Anche se non si trovano particolarmente a disagio a causa degli insetti, ritengono che l’azienda dovrebbe fare di più per prevenirne la presenza(73%).Tornando sul luogo di lavoro faranno più attenzione al distanziamento sociale (74%), all’igiene delle superfici e dell’aria(73%) ma non cambieranno di molto le loro abitudini in generale.

  1. GLI ECO-FRIENDLY– È il gruppo più numeroso, costituito dal 39% degli italiani intervistati, ovvero oltre 7 milioni di lavoratori. Si tratta in maggioranza di uomini tra i 35 e i 44 anni che vivono principalmente nel Sud e nelle isole. Nonostante abbiano sempre considerato la correlazione tra igiene e sicurezza per evitare malattie e infezioni, sono quelli più propensi a cambiare il proprio comportamento al ritorno al lavoro. Abituati a considerare tutti gli aspetti dell’igiene sia legati alla persona che agli ambienti,sono inseriti in realtà lavorative attente a queste dinamiche. Anche se dichiarano di essersi sentiti a disagio a causa della presenza di insetti, riconoscono il buon operato dell’azienda per la disinfestazione. Vorrebbero che la loro azienda fosse più attenta al verde (43%)e alla scelta di prodotti biologici (44%), magari anche nell’utilizzo di purificatori e profumatori per ambienti.

In generale, dall’indagine BVA-Doxa per Rentokil Initial emerge che per gli Italiani tutti gli aspetti riguardanti l’igiene degli ambienti influiscano in modo significativo su una buona produttività e – tra tutti – le donne si rivelano più sensibili su questo tema, così come gli addetti dei settori ospitalità/ristorazione, sanitario e scuola/impianti sportivi.

Inoltre, per quanto riguarda i comportamenti che i lavoratori adotteranno nella «nuova normalità», il principale è sicuramente il distanziamento sociale (96%), ma cambieranno per molti anche la maggior attenzione all’igiene personale (82%), il tragitto casa lavoro (70%) e la pausa pranzo (70%).

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