Bancarotta fraudolenta: arrestati due fratelli che gestivano supermercati a salerno

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Nella mattinata odierna, i Finanzieri del Comando Provinciale di Salerno hanno dato
esecuzione ad un’ordinanza applicativa della misura detentiva domiciliare nei confronti di
due fratelli, DI BIANCO Luigi (classe ‘68) e DI BIANCO Maria Rosaria (classe ‘66),
imprenditori salernitani che gestivano una rete di supermercati in città.
I due imprenditori arrestati sono accusati dei delitti di bancarotta fraudolenta per
distrazione patrimoniale, correlati al fallimento di numerose società riconducibili al
medesimo gruppo imprenditoriale (la G6 di Di Bianco Luigi & C. S.a.s.; la 238 S.r.l.; la
Consorzio 242 S.r.l.; la 850 S.r.l.; la Punto S.r.l.; la 132 S.r.l.; la Q7 S.r.l.; la Golden Market
SA S.r.l.; la Smart S.r.l.; la Gruppo Di Bianco S.r.l.; la F124 S.r.l.).
Tali società avevano accumulato debiti insoluti per oltre 50 milioni di euro, tra cui
debiti tributari per oltre 28 milioni di euro.
La distrazione ha avuto ad oggetto beni e liquidità per circa 10 milioni di euro da
società poi lasciate fallire.
Si trattava di un’importante realtà imprenditoriale nella città di Salerno. Negli anni,
infatti, gli indagati erano arrivati a gestire contemporaneamente anche 20 supermercati,
impiegando fino a 150 lavoratori dipendenti.
Ben rodato il sistema attuato nel tempo per continuare l’attività dei punti vendita
nonostante l’insolvenza, con passaggi di proprietà tra società formalmente distinte, ma
sempre riconducibili al medesimo gruppo familiare.
Le Fiamme Gialle di Salerno hanno individuato una chiara regia, con una sequenza
di atti distrattivi, finalizzati ad eludere le pretese dei creditori, attraverso mirate spoliazioni
delle società che avevano maturato le esposizioni debitorie nell’esercizio dell’attività
commerciale.
Venivano così posti in essere continui trasferimenti di beni strumentali, merce,
liquidità e dello stesso personale, a volte anche di interi rami d’azienda, di modo che i
supermercati continuassero a rimanere aperti senza soluzione di continuità, risultando
gestiti da soggetti giuridici neocostituiti, sulla carta del tutto autonomi e distinti da quelli
indebitati.
La ricostruzione delle operazioni intercorse è stata resa particolarmente complicata
dalla sostanziale confusione dei patrimoni delle diverse aziende del gruppo, con intrecci
nella detenzione delle quote societarie, una gestione accentrata della contabilità fiscale e
del lavoro, un continuo travaso di personale tra i vari punti vendita, frequenti movimenti
finanziari infragruppo senza apparenti ragioni economiche.

Anche il ricorso alle procedure concorsuali (concordati preventivi) avveniva in
maniera impropria; dietro il dichiarato intento di risanamento della società, vi era in realtà
l’obiettivo di evitare il fallimento di imprese che erano state già svuotate di tutte le loro attività
ed i cui punti vendita erano in realtà già gestiti da un’altra società sempre facente capo ai
medesimi soggetti.
Già una prima volta, nel 2019, la Guardia di Finanza era intervenuta, sempre su
delega della Procura di Salerno, ad eseguire il sequestro preventivo di quattro supermercati
del gruppo.
In quel caso, si procedeva per un’ipotesi di sottrazione fraudolenta al pagamento
delle imposte, accertata al termine di una verifica fiscale.
Le ulteriori indagini delle Fiamme Gialle coordinate dalla Procura di Salerno hanno
portato oggi alla formulazione delle nuove, più gravi accuse ed all’adozione del
provvedimento cautelare, che mira ad interrompere una gestione imprenditoriale fatta di
distrazioni di beni e di fallimenti che nell’arco di 10 anni hanno generato un “buco” di 50
milioni di euro.

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