Assegno unico per i figli, ecco cosa prevede

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Il sostegno spetta a tutte le famiglie che hanno un figlio fino a 21 anni a carico: avrà un valore massimo di 250 euro, con una parte fissa e una variabile legata al reddito. Previsti aumenti se si hanno più figli o in caso di figli disabili. Dai 18 anni può essere dato direttamente ai ragazzi “per favorirne l’autonomia”. Previste detrazioni per chi ha figli oltre 21 anni

L’obiettivo, come confermato dalla ministra per la Famiglia Elena Bonetti, è di partire da luglio con il nuovo assegno per i figli a carico

Anche il premier Mario Draghi, nelle scorse ore, ha ribadito data e importo della misura di sostegno: l’assegno unico familiare “arriva il primo luglio, 250 euro al mese con una maggiorazione per i disabili

L’assegno spetta a tutte le famiglie che hanno un figlio a carico di età fino a 21 anni. La ministra Bonetti ha spiegato che “l’assegno unico e universale arriva ai 21 anni, ma molte famiglie hanno figli più grandi e hanno delle detrazioni fiscali per loro. Ecco faremo una norma transitoria in attesa dell’approvazione del Family act per chi ha figli con più di 21 anni”

Il sostegno avrà un valore massimo di 250 euro: nella cifra confluiscono una parte fissa e una variabile, legata al reddito complessivo della famiglia

L’importo, quindi, sarà modulato in base all’Isee e diviso in parti uguali tra i genitori. È prevista una maggiorazione a partire dal secondo figlio e un aumento tra il 30% e il 50% in caso di figli disabili

Il beneficio è destinato a lavoratori dipendenti, autonomi o incapienti

Si tratta, quindi, di un credito d’imposta o assegno mensile per i figli da 0 a 21 anni che andrà a tutte le famiglie, compresi incapienti e partite Iva (finora escluse perché gran parte dei sostegni alle famiglie sono legati al contratto di lavoro dipendente o a detrazioni che non si percepiscono con livelli di reddito sotto la no tax area)

I genitori possono fare richiesta dal settimo mese di gravidanza

Fino ai 18 anni del figlio, l’assegno andrà ai genitori. Poi, su richiesta, dai 18 ai 21 anni può essere dato direttamente ai figli “per favorirne l’autonomia”

Dalla maggiore età, una somma ridotta rispetto all’assegno potrebbe essere accreditata direttamente al figlio se: è iscritto all’università; è un tirocinante; è iscritto a un corso professionale; svolge il servizio civile; svolge un lavoro a basso reddito

Il progetto dell’assegno unico era fermo in Senato dalla scorsa estate, dopo che la Camera aveva dato il primo via libera – sempre all’unanimità – al disegno di legge che delega il governo a istituire il nuovo strumento “universale e progressivo”

Il governo avrà 12 mesi per attuare la delega ma è pronto, assicura Bonetti, “a dare seguito prima possibile ai decreti attuativi“. Manca però, appunto, l’ok definitivo dell’Aula del Senato

Per finanziare questa riforma la legge di Bilancio ha stanziato i primi 3 miliardi per il 2021 (tra 5 e 6 a regime a partire dal 2022), che si sommano ai circa 125 miliardi al momento dedicati ad altri strumenti che andranno gradualmente in soffitta, dai vari bonus (nascita, bebè), alle detrazioni per i figli a carico e l’assegno familiare

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