Ne è convinto Giovanni Rezza, direttore dell’Istituto Superiore di Sanità, che in un’intervista al Corriere della Sera fa il punto sull’epidemia di Covid-19: “Ce lo aspettavamo. È il corso delle epidemie. Prima aumenta l’Rt, poi l’incidenza dei casi, poi l’occupazione dei posti letto ospedalieri e infine, purtroppo, c’è la crescita dei decessi”.
Secondo Rezza, la chiave di volta sono i vaccini: “ Ai tre vaccini ora disponibili, a metà aprile si aggiungerà il quarto e a ridosso dell’estate altri due. Tra aprile e giugno avremo decine di milioni di dosi. Se immunizzi gran parte della popolazione riesci a contenere i contagi e a alleggerire il carico sul sistema sanitario”.
I tempi, tuttavia, sono ancora lunghi: “Il modello iniziale diceva che vaccinando 240mila persone al giorno, ne saremmo usciti fuori in 7-13 mesi. Ora siamo a 300mila inoculi al giorno, già un buon risultato. Raddoppiando, in pochissimi mesi avremo protetto i fragili, la pressione sugli ospedali diminuirà e potremo immunizzare i giovani, amplificatori dell’epidemia. La visione più ottimistica è raggiungere la cosiddetta immunità di gregge, accinando il 67% della popolazione”.
Guai a rilassarci proprio adesso, però, nonostante la crescita delle vaccinazioni: “Aprile sarà ancora un mese di restrizioni. La parola d’ordine è vaccinare molto e molto in fretta per non permettere a virus di creare nuove varianti”.
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