Al termine dell’incontro la decisione è presa. Mercoledì mattina i negozi di abbigliamento, calzature, gioiellerie e quanti fino ad oggi sono chiusi come stabilito dal Dpcm, alzeranno le loro saracinesche per tutta la giornata, in forma di protesta. Una protesta che proseguirà ad oltranza. Lo scrive Monica De Santis sul quotidiano le Cronache consultabile on line sul sito ufficiale di Le Cronache.
“Ieri sera (venerdì per chi legge, n.d.r.) ci siamo incontrati e alla fine abbiamo deciso che da mercoledì, giorno in cui non è più in vigore il Dpcm di marzo, noi riapriremo”. Spiega così Pierluigi Murano, titolare di Gazzella, negozi di abbigliamento donna, con due punti vendita uno sul corso Vittorio Emanuele ed uno in via Dei Mercanti, l’incontro avuto con altri colleghi in piazza Sant’Agostino.
“Al termine dell’incontro eravamo tutti concordi che da mercoledì mattina dobbiamo riaprire. Ovviamente ci auguriamo che anche altri colleghi che non hanno preso parte alla riunione possano decidere di aderire e di aprire i loro negozi. Io ho due attività e le perdite in termine numerici, visti i periodi di chiusura che non sono solo i quattro mesi di chiusura, ma sono anche le restrizioni imposte nel periodo di Natale ed ora Pasqua, ma anche a Carnevale e San Valentino, sono state tante.
Le restrizioni hanno spaventato le persone, tanto che alla fine non uscivano di casa e di conseguenza non spendevano nei negozi. In termini numerici in questi 13 mesi ho perso circa il 50% degli incassi”
…e chi se ne frega
Data la posta in gioco, che è sempre la stessa, ovvero la Vita, suggerisco, a chi percepisce di non poter più stare chiuso, di non manifestare questa decisione e soprattutto di non farla in chiave di protesta. Se avete intenzione di aprire l’attività un motivo Vero, ponderato, ci sarà, ed è strettamente personale. Tenendo bene a mente, poi, che c’è chi nel frattempo continua a stringere la cinghia. Non ha senso aprire e, come ragione di tale scelta, c’è che gli altri continuano a gironzolare e a prendere il caffè al bar…così andremo a finire male. Aprite l’attività, ma in silenzio, senza clamori e se la giustizia verrà a intimarvi di chiudere, o a multare, implorate perdono e comprensione, dimostrate davvero che avete aperto consapevolmente, che avete aperto perchè non avevate alternativa per sopravvivere, che avete aperto consapevoli di mettere a rischio la vita propria e quella altrui. Non ha senso arrivare a far scrivere su una pagina di cronaca che state aprendo…ma cos’è, uno scherzo?