Pasqua 2021, tra piaceri del palato e morsi di libertà (di Tony Ardito)

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Attorno alle tavole opulente, ma numericamente contenute, tra ieri e oggi stiamo dando il meglio di noi (si fa per dire). Pare che, durante questa due giorni, i piaceri del palato non conoscano limiti, né inibizioni, soprattutto in materia di classici: casatielli, soppressate, colombe, pastiere, uova di cioccolato e affini.

Eppure, ad esempio, il WWF consiglia di consumare cacao e zucchero provenienti da filiere equo solidali e da agricoltura biologica, le quali garantiscono il rispetto delle condizioni di lavoro degli agricoltori e un basso impatto delle coltivazioni sull’ambiente e la biodiversità.

Eh già, perché per il cacao soffrono principalmente i paesi dell’Africa occidentale che in questi anni hanno triplicato la loro produzione, arrivando a coprire oltre il 70% della quota di mercato globale. Si calcola che, mantenendo gli stessi livelli di produzione, entro il 2024, intere foreste dell’Africa occidentale scompariranno, con conseguenti impatti anche sul clima.

La canna da zucchero è spesso coltivata in aree dove un tempo sorgeva una lussureggiante foresta tropicale. Il Brasile è il primo produttore al mondo e la sua coltivazione ha contribuito considerevolmente alla deforestazione soprattutto nel periodo dal 2002 al 2012 con il 12% delle attività di deforestazione nel Paese (16 mila chilometri quadrati di foresta tagliati a causa dell’espansione delle piantagioni).

Lo zucchero, una delle commodity più commerciate al mondo, sta assistendo ad una progressiva limitazione di utilizzo nei Paesi occidentali, dovuta alle policy sulla salute. Il suo consumo nelle economie emergenti è, invece, in continua crescita.

L’Unione Europea è il primo importatore al mondo di zucchero di canna grezzo da raffinare; infatti, nel nostro continente lo si lavora per produrre i dolciari che finiscono negli scaffali dei supermercati.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di ridurre il consumo dello zucchero a meno del 5% dell’energia totale giornaliera, che per un adulto con indice di massa corporea medio, corrisponde a 25 grammi (circa 5 cucchiaini da tè), mentre per un bambino di sei anni ancora meno (circa 20 grammi).

Il nostro Paese è il settimo maggiore importatore di fave di cacao in Europa e – dopo la Germania – il secondo maggiore produttore di cioccolato in Europa (con 0,7 milioni di tonnellate, il 18% della produzione Ue). Ogni italiano mangia 4 kg di cioccolato all’anno, circa 11 grammi al giorno e sorprende come questo alimento continui a non essere associato ai rischi connessi ad una cattiva alimentazione e a quelli legati agli alimenti ricchi di grassi e altamente calorici.

Anche in occasione della Pasqua 2021 buona parte di noi, tra ieri e oggi, certamente non avrà offerto – e non senza colpa – un contributo alla causa, anzi. Ma è una omissione o una “trasgressione” che, mai come in questo momento, appare piuttosto come il desiderio di dare un morso alla Libertà.

di Tony Ardito

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