Recovery: l’Ance Aies Salerno dice “no” al disegno di creare un monopolio nordista

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Il disegno, se portato a termine, sarebbe a dir poco imbarazzante. Ci sarebbe, infatti, un accordo tra le potenti lobby del nord e la classe politica nazionale di prevedere nel “Recovery Plan” che a breve sarà licenziato, di assegnare più risorse economiche al Sud a patto, però, che i benefici siano incassati dal Nord tramite i general contractor, colossi delle costruzioni che ora vedono lo Stato al loro fianco come azionista e finanziatore.

L’ANCE Aies Salerno dice “no” alla costituzione di un monopolio dei general contractor del nord sul mercato delle opere pubbliche al Sud, un disegno perverso che se realizzato escluderebbe le imprese locali dalla possibilità di partecipare alle gare d’appalto, proprio in un momento storico di vitale importanza per il settore edile già stritolato dal combinato disposto formato dalla crisi economica e dalla pandemia.

Il disegno nazionale, da quanto è filtrato in questi giorni, sarebbe quello di un accordo quadro che, in considerazione dei tempi assai ristretti, assegni direttamente ai general contractor tutti gli interventi che saranno finanziati con il “Recovery Plan” le risorse europee della programmazione ordinaria.

“Non si può invocare una modalità più rapida ed efficiente sul modello Genova per giustificare un general contractor, quindi un colosso delle costruzioni, per opere anche di media importanza e penalizzare, di conseguenza, tutte le imprese locali – afferma Vincenzo Russo, presidente dell’Ance Aies Salerno – così si vanno a penalizzare decine e decine di imprenditori seri e capaci.

Passasse quest’orientamento i general contractor, di cui è fin troppo facile immaginare la provenienza, agirebbero quasi in regime di monopolio. Per questo ci opponiamo a questa oscura manovra – prosegue Vincenzo Russo – che sta prendendo forma a livello nazionale ed è contro questa operazione che occorre una forte presa di posizione della Regione Campania col sostegno compatto di tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione, nell’interesse comune di salvaguardare il futuro delle imprese locali, dei lavoratori edili e delle loro famiglie. I colossi delle costruzioni – conclude Russo – vogliono mettere le mani su ogni centesimo che arriverà dall’Unione europea, relegando le imprese locali al ruolo di subappaltatori a vita”.

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